martedì 29 gennaio 2008

Due

Giornate piene di due, le ultime.
Due partite a calcetto in due giorni, una sconfitta tremenda con prestazione da 4,5 et una discreta rivincita, da sufficienza. Che bastava vincere. Et abbiamo vinto. Et l'ennesimamente di due post fa, non era per dire che vinciamo sempre, ci mancherebbe. Si sa che amo gli avverbi, tutto qui.
Due ginocchia al posto di uno, quello sinistro. Che fa un male bestiale, et si sgonfierà, presto aut tardi.
Due relazioni ultimate, due crediti l'una, si spera. Sì dai, dovrebbero andare bene, se non altro perchè mi ci sono impegnato parecchio, cosa che non avevo previsto all'inizio. Anche se nello specifico la rappresentazione letteraria della condizione postmoderna riferita al tema del conflitto mi sembra una cosa alquanto paranoica. Anche se vera.
Due sogni spiattellati via msn, uno molto fantasioso, et uno che realizzerò perchè me lo sento dentro da quando avevo sui quindici anni. Msn mi fa scrivere cose che mai avrei pensato di raccontare. Aut forse è colpa aut merito di chi c'è dietro l'altro computer.
Due gruppi, posso dirlo ufficialmente. L'etichetta 'lavori in corso' è d'obbligo per entrambi, visto che a seconda del periodo è più lanciato uno, aut l'altro. Però se uno è sempre quello et è una soddisfazione suonare con due esseri del genere, l'altro promette altrettanto bene. Anche perchè, nell'altro gruppo, siamo in due. Che abbiamo cominciato a suonare insieme fondamentalmente perchè credevamo di detestare i gusti musicali dell'altro. Magari l'altro detesta ancora i miei, ma penso di no.
Due saleprove, forse. Et qui ci si dovrà ragionare un attimo con tutta la calma che necessitano degl'investimenti del genere. Però siamo messi bene. Anche perchè Padova di questi tempi mi sembra terribilmente distante.
Due prove, in due giorni, stasera et domani sera.
UnTrezeguet così, che vale per due. Et il secondo gol a Livorno è stato una cosa spettacolare, da mettersi ad urlare già quando Del Piero ha toccato il pallone. Cioè, lo dico perchè è successo. A me.


Aggiornamento. Il Piombo ha fatto un incidente. Non ci ho capito nulla, però non si è fatto male. Un genio deve avergli fatto un'inversione a U davanti. Le prove, ovviamente, stasera sono saltate. Alla faccia del due.
Adesso basta che scendo et troverò sicuramente quarantaquattro gatti. Rigorosamente neri.

giovedì 24 gennaio 2008

L'odore delle rose

La noia. Amplificata dal silenzio di oggi, da dei lavori in corso che mi incatenano davanti al computer da mattina a sera. Mentre sento di non aver nulla da dire et ancor meno da scrivere.
Et in compenso ascolto di tutto, in un random totale.
Arab Strap, Belle And Sebastian, Maladives, Band Of Horses, Paolo Benvegnù, De Andrè, Afterhours, Diaframma, Noir Desir, Paolo Conte, Offlaga Disco Pax, Yann Tiersen. Totalmente a caso.
In compagnia di infiniti appunti e di una scoperta incapacità di battere su tastiera pensieri compiuti. Che abbiano un senso, et che stilisticamente non mi facciano vomitare.
Perchè il confronto di stamattina via essemmesse del tutto inaspettato con una certa persona richiederebbe un tono un pò più pseudodistaccato di quello che pensavo di aver raggiunto et che invece non riesco ancora a possedere.
Perchè semplificare al massimo certi altri essemmesse che altrimenti so per certo non andrebbero capiti richiederebbe un tono quasi comico, che alla fine è il più difficile da usare.
Perchè annunciare il concerto degli ...A Toys Orchestra di stasera al Big Fish richiederebbe un tono più entusiastico et pomposo, ma ho già esaurito la mia vena qui, stamattina.
Perchè oggi vige il silenzio, cosa a cui non ero abituato da un pezzo.


L'odore delle rose è una reazione chimica
se un giorno lo scoprissi non l'ameresti più?
Il senso delle cose è una coperta stesa
su un passato ancora vivo, ma te lo ricordi tu?

lunedì 21 gennaio 2008

Ogni maledetta domenica

Le domeniche invernali sono sempre così, qui nella città morta. Dove non c'è niente da fare, dove mi torna pure la voglia di scrivere qui al posto di cominciare a studiare, perchè fino a sabato non avevo motivo di dire nulla. Oggi, evidentemente sì.
Perchè ieri era domenica, la mia giornata incompiuta per eccellenza, la giornata dove si pianificano rivoluzioni che non andranno in porto mai, la giornata dove si bestemmia silenziosamente per tutti i 90' in cui la Juve gioca male et incoccia contro traverse, salvataggi sulla linea et arbitri incapaci. Oltre a metterci del suo, chiaramente. Perchè l'utopia dello scudetto resterà un'utopia bella und buona. Ma lo si sapeva, dai. Con degli odiati così, è ancora più limpido.
Perchè ieri era domenica, la giornata dove ci si telefona et ci si dice che stasera non si riesce a provare, la giornata in cui salta la visione di un film che obbiettivamente non è niente di che, ma che ha il suo valore et che guarderemo prima aut poi. Forse.
Perchè ieri era domenica, et ero scontroso, et mi dispiace con chi lo sono stato. Non era mia intenzione, ma la domenica ripeto va così, che non penso nemmeno sia perchè sarebbe il giorno del signore, et io con il signore ultimamente ho un rapporto un pò così.
Perchè ieri le ciliegine migliori sono arrivate la sera, così un motorino con due imbecilli mi è venuto addosso da non si è capito dove, et io non mi son fatto nulla et nemmeno la macchina et loro spero di sì et anzi so per certo che uno si è fatto male, et hanno sfasciato una macchina parcheggiata et sono scappati via. Et intanto ho il numero di targa, et per vendicarmi della domenica un pò così potrei anche fare un salto in commissariato. Cosa che il tipo della macchina parcheggiata ha già fatto sicuramente questa mattina. Vi auguro sia sempre domenica, per voi, ma le domeniche mie, quelle incompiute.
Et ho perso pure a poker, ma era alquanto scontato, visto tutto il resto.

Et intanto c'è in giro un'altra recensione di Tommi su movimentiprog.it, leggibile integralmente qui. Vi anticipo la solita citazione:

Sorprendente in particolare e’ il violoncello “torturato” da Linda su una base incalzante fornita dalla grancassa della batteria di Mattia...

Poi ormai consueta pagella di Enver sull'anticipo di sabato mattina. Dove abbiamo ennesimamente vinto anche se ho giocato peggio dell'ultima volta. Et la metto lo stesso, tanto per gradire.

Boscolo 6.5: ci vorrebbe un pallone solo per lui -e nessun avversario davanti- ma anche stavolta tiene a galla la baracca. Memorabile una ciabattata, sebbene concluda felicemente alcuni assolo (da evitare la compresenza con Trevisan): più violinista che batterista.

Buona settimana. A tutti, tranne ai due imbecilli del motorino.

martedì 15 gennaio 2008

Odio LinkedIn, qualsiasi cosa sia

Mi è preso ufficialmente un pò di stress pre-esame. Che è domani, a mezzogiorno et mezzo. Et durerà quattro ore. E' arrivato abbastanza tardi, questo stress, ma è arrivato. Perchè sarei abbastanza stufo di studiare questi Nuovi Media.
Odio LinkedIn, qualsiasi cosa sia.
Grazie a chi mi sta mandando in bocca aut in culo ai più svariati animali.

Et sto per scrivere forse la cosa più criptica da quando ho aperto Strategie (dell'apnea), ma continua a spiarmi, che è un piacere. Te l'avrò detto mille volte et non mi stuferò mai di dirtelo. Che questa è una fonte, per chi sa essere davvero stratega. Questo infimo blog.

Et tra le cose da ricordare di Firenze, ho tralasciato, et ore me ne rammendo, il gel che ho maledettamente confuso con del sapone, prima di andar a letto alle sette del mattino. Et per questo il Piombo mi prenderà in giro a vita, ma me la sono cercata.

lunedì 14 gennaio 2008

La pentola a pressione

Comunicazioni senza fronzoli, perchè qui si potrebbe realmente incazzarsi et prendere et andare et non tornare più. Una pentola a pressione, mi sento una pentola a pressione. Et oggi potrebbe tranquillamente essere che esplodo.
Comunque è venuta fuori su losthighways.it una recensione di Alessandra Gabola sul disco di Tommi, This Is How I Feel. Et come al solito, c'è una frase che mi riguarda, ovvero:

"Lied ... ben scandito dalla presenza della batteria di Mattia".

Niente di che, però il Mattia in questione sono proprio io et al solito finisco col finire dentro le recensioni di Tommi. Per delle batterie alquanto discutibili, tra l'altro.
Qui tutta la recensione.
Poi è visibile tra i commenti del mio inutile spazio la prima recensione nei miei confronti di Enrico Enver Veronese, riguardo la maldestra partita di calcetto giocata ieri mattina. Buona recensione, tra l'altro. E' sempre un inizio, che trascrivo:

"Boscolo 7: eccede nel dribbling, che non sempre gli riesce, ma segna e fa segnare. Curioso l'uso della punta del piede, agevolato dalle papere del portiere Vergani. Uomo squadra"

Ora basta, che torno ad essere pentola a pressione, che il sangue ricomincia a bollire, che etcetera, etcetera, etcetera. Me ne andrò di qui, et non ci torno più.

sabato 12 gennaio 2008

Le insegne spente

Dove abito io, c'è il mare. Et d'inverno il mare amplifica le sue onde, et ti accompagna come una colonna sonora perenne. Ovunque vai, ovunque sei. Come un lungo sibilo, costante, presente. Come un moto perpetuo, indistinto. Un suono talmente radicato che lo senti dappertutto, anche dove il mare non avrebbe ragione di farsi sentire.
D'inverno, dove abito io, tutto si spegne, come le insegne degli hotel, con un crepitio leggero, improvviso. Un momento la città vive, il momento dopo, tutto dorme. Et tace. Perchè ci siamo dimenticati delle mezze stagioni. Che sono emigrate, come tanti di noi. Ma non come me, non ancora, almeno. Et allora il mare lo si sente di più. Lo sento di più. Portato dal vento, che brucia veloce le sigarette, che scuote i capelli, che si insinua ovunque, tra la sciarpa et il bavero del giubbotto, tra i guanti di lana et l'orlo delle maniche. Il vento et il mare.
Il mare che è gelido, et immenso. Et diventa necessario sopravvivere, non badare alle urla delle onde, non facendo troppo caso che il prezzo delle sigarette è aumentato ancora, che gli hotel hanno davvero le insegne spente, et che ci vorrebbero litri di caffè per scaldarci davvero. Aut litri di benzina, per i più estremi(sti), per i più coreografici. Aut per i più stupidi.
Dove abito io, sembra di stare in letargo.
Fortuna che comunque, senza rendercene conto, presto le insegne degli hotel si accenderanno di nuovo, il mare si farà più silenzioso, meno ingombrante, più amichevole.
Fortuna che, dove abito io, non nevica mai.

martedì 8 gennaio 2008

Siamo pensieri che non riesci a trattenere


Finalmente mi sono deciso. Si parla di Firenze, del 27, del 28 et del 29 dicembre dell'annus horribilis 2007.
Tre giorni che a dispetto degli ultimi mesi, sono stati fantastici. Tre giorni che mi hanno permesso di staccare, di ricaricare le pile, di pensare il meno possibile. Per tornare et smetterla di stare più aut meno male. Et infatti sto bene. Et lo hanno notato tutti, segno che a mascherare le mie quattro emozioni sono una frana. Ma tant'è, restano pensieri che non riusciamo a trattenere, delle canzoni registrate, troppe risate, più di dieci ore filate in studio di registrazione, dalla sera alla mattina. Un glockenspiel, a cui sto già fantasticando di attaccare mille effetti che mi costeranno dieci volte di più del glockenspiel stesso.
Non riesco a ricordare tutto, quindi parto con una sfilza di ringraziamenti et magari finirò pure a commentare quel pò di foto che irrimediabilmente posterò, poi.

Comunque, in ordine di apparizione, grazie a:
Michele, Matteo, la macchina di Michele che non ci ha tradito, le borse l'amplificatore la testata il basso la chitarra gli effetti il rullante il pedale i piatti le bacchette per esserci stati in macchina al primo tentativo, la malattia di Matteo che è esplosa al suo ritorno, Roncobilaccio et l'autogrill con il cane più grande del mondo (dopo attenta visione, si è arrivati alla conclusione che fosse un incrocio tra un pastore tedesco et un cavallo), la Viacard, l'Artemio Franchi, l'ostello-monastero, il traffico di Firenze et il clacson (et chi l'ha inventato), Niccolai musica, Scandicci, Andrea (ovviamente, sempre, grazie!), lo studio di registrazione, i trigger et il rack et la batteria smontata et rimontata dieci volte, i synth, le mille et un'ora di registrazioni varie, l'Adat per averci fatto sentire un pò più fighi et sincronizzati, la pizza et le birre, la macchinetta rotta del caffè, le sigarette finite troppo presto, Firenze deserta alle sette del mattino et noi a sbagliare tutte le strade del mondo, i sensi unici ignorati, la colazione trafugata, l'alba prima di addormentarsi, il box doccia che trasborda et ci allaga il bagno et pure mezza stanza et gli strumenti salvati per un pelo dall'onda anomala, la colazione alle due del pomeriggio, Misia, Simone, il centro di Firenze a spasso come dei turisti del cazzo, il primo ristoro, il secondo ristoro, il cellulare (qualcuno sa perchè...), l'osteria aka terzo ristoro aka 'la botta finale', il grappino malefico, le sbarre invisibili del parcheggio a pagamento che quasi ci decapitano la macchina et la testa, il Teatro degli Orrori @ Viper, i saluti et le sigarette che speravamo non si spegnessero mai pur di non abbracciarci et non dirci arrivederci (ma ci saranno altre occasioni, Simone. Et ci saranno altre occasioni, Misia), l'allarme della Conad nelle orecchie et l'ultima sigaretta magggica et i discorsi con Michele nel cuore della notte fuori dell'ostello, la macchina ancora più piena, il ritorno, Ferrara tristissima tra le nebbie et i ghiacci et noi dentro l'autogrill a patire il freddo et la similpizza di Spizzico, l'abbraccio finale prima di prender l'autobus, addormentarmi et svegliarmi a casa.
Felice come non lo ero da mesi.
Grazie.

Le foto sono, nell'ordine: le tre emme rintronate in ostello, il Piombo con chitarra incorporata versus la malattia, il sottoscritto che finge di saper suonare uno dei quattro synth a disposizione, Michele che suona et bestemmia contemporaneamente, io che parlo alla batteria come Holly con il pallone (sussurrando parole molto meno amicali, in verità), l'inequivocabile verità del multieffetto per la voce di Andrea alle cinque del mattino, io et Misia ubriachissimi dopo il fiasco di chianti (fosse stato l'unico...) et l'ultimissimo film di Pieraccioni, probabilmente nella versione non censurata.




domenica 6 gennaio 2008

Ora aut mai più

E' passato un pò di tempo da quando si è parlato di Love Actually in questo infimo blog. Più di qualcuno ha tirato fuori poi il discorso, impreziosendo le mie poche parole con personali opinioni, che ho apprezzato in toto. Ora, a mente et cuore et stomaco et scapole fredde, posso dire con quasi assoluta certezza che alla fin fine il film non era poi una cosa così straordinaria. Un film bello, non trascendentale. Però essendo l'ultimo giorno di queste vacanze, et essendo il film smaccatamente natalizio, aut sputo il rospo ora, aut non lo faccio (mai) più.
C'è una scena, et se ne è parlato abbastanza negli ultimi giorni, che per me è fantastica. C'è Keira Knightley. Et uno stereo che fa passare Silent Night. Et un pò di fogli scritti. Et so che non son l'unico a pensarla così, che questi due minuti et qualcosa sono incredibili per davvero.
Et ecco svelata la mia piccolissima parte pop. Particolarmente indie-pop, tra l'altro.
Outing. Et guardate qua:



venerdì 4 gennaio 2008

Come una scintilla

A volte succede, come una scintilla. Grazie al momento, al periodo, a persone, a canzoni che passano nell'iPod. Più aut meno casualmente. Confrontarsi con altre persone, smetterla di farsi del male.
Brindando et bevendosi il mare, visto che ci avevamo già provato, con infimi risultati, ad annegare.
Et ripensare ai ragionamenti, ai chilometri percorsi senza meta con il cervello che va letteralmente per i cazzi suoi. Ripensare ai ragionamenti fuori da un ostello a notte fonda con l'allarme di un Conad a violentarci le orecchie. Te lo ricordi, Mik? Ti ricordi che anche se non ci siamo detti nulla di veramente fondamentale, quando siamo tornati in camera stavamo centovolte meglio?
Tutto è servito, anche se nulla è stato realmente necessario. Perchè tutto passa, in fondo. Restano le cicatrici, che più passa il tempo, meno fanno male. Et magari fanno vissuto.
Sono quasi diciassette anni che ho uno pseudosquarcio sopra l'occhio destro. Resiste, indolore, immobile, incuriosisce. Ogni tanto qualcuno lo nota, et lo sfiora, et mi chiede cos'è. Tu sarai così, magari. Aut no, ma so perchè me lo sento dentro, che non sarà affar mio.
Perchè provo a lasciare che le cose passino, et mi sfiorino. Perchè non sono in grado di comprenderle, a fondo. Ma provando comunque a farne tesoro, a ricordare le lezioni et le bastonate prese. Che altrimenti non servirebbe a nulla. Che altrimenti sarebbe tempo perso. Et almeno so che non è stato tempo perso. Et mi ritrovo a non odiare nessuno, per sentirmi vivo.
E' una scintilla. Ci saranno mille altri momenti bui. Ci saranno mille altri momenti belli. Soffio sulla scintilla, orache c'è, che divampi questo fuoco. Anche se mi fa schifo parlare per metafore. Però è così.
Grazie.

Et ieri ho ascoltato casualmente et distrattamente qualcosina del nuovo disco degli Offlaga Disco Pax. Sarà uno dei migliori dischi del 2008.


ma io lascio che le cose passino e mi sfiorino
perchè non sono ancora in grado di comprenderle
io lascio che le cose passino e si sfiorino
senza toccarsi

Et ve la beccate pure. Il mare Verticale, ancora di Paolo Benvegnù.





martedì 1 gennaio 2008

Il primo giorno?

Oggi siamo nel duemilaeotto. Oggi è cominciato il nuovo anno, quello che dovrebbe dare finalmente delle risposte, aut perlomeno quello che si spera sarà migliore di quello trascorso. Tutti sanno il perchè, tutti si sono impegnati a entrarci in questo anno horribilis, et tanti fortunatamente lo hanno addolcito. Che altrimenti sarebbe stato terrificante. Mentre certi altri lo hanno amorevolmente demolito, magari senza volerlo, in fondo. Et infatti pensate che quasi mi verrebbe da perdonarvi tutti, et lo faccio. Vi perdono, per il niente che vale un mio eventuale perdono. Ma vi mando anche magistralmente a fare in culo.
Perchè sono buono, in fondo, ma non sono stupido.
Et a dirla tutta per un bel pezzo questo vecchio duemilaesette non era stato poi tanto male. Ma quando una cosa va male, le altre la seguono. Et è stato una serie di sorprese amare, come le sigarette spezzate dentro il pacchetto morbido, come la punta rotta alla matita, come certi cieli che sembrano promettere clemenza, et invece ti riversano addosso una valanga infinita di acqua. E' successo. Et lasciamo stare che quando è successo avevo dimenticato pure l'ombrello.
Non sto a meditare su cosa ho guadagnato, su cosa ho perso, su cosa salvo et cosa butto, perchè il mio passo sarà sì insicuro, ma ormai è totalmente dentro questo nuovo anno, bisestile, un giorno in più per soffire aut per star bene.
Et magari vinciamo pure gli Europei, quest'anno.
Et intanto ti ho fatto questa playlist et come ti ho detto ci ho messo dentro tutto quello che posso essere io al momento, quello che sono stato io in questo duemilaesette. So che hai fatto lo stesso, so che quando entrambi metabolizzeremo quella dell'altro ci vedremo un pò meglio et forse capiremo un pò più di cose. Io che non sono solo uno stronzo. Et almeno tu lo hai capito, et ho apprezzato.
Et intanto vi ringrazio entrambi con tutto il cuore per esistere anche a così tanti chilometri di distanza. Anche da qui vi vedo et vi porto dentro, che è bastato un pomeriggio et una sera per ubriacarci, non solo di chianti. E' bastato per capire quanto si può essere uguali senza conoscersi per filo et per segno. Converrete che è stato abbastanza devastante salutarsi, ma ci rivedremo, è una promessa. Forse la più sincera che faccio da un pezzo. Et vi auguro il meglio, insieme aut no. So che saprete cosa fare per farvi del bene. Et che il duemilaeotto sia meglio del duemilaesette, chiaramente.
Et poi ringrazio anche voi, basso et chitarra, che siamo riusciti a prenderci in tempo prima di sprofondare, et ci siamo un pò salvati a vicenda. Et stiamo costruendo una zattera che magari ci porterà pure da qualche parte. Di sicuro stiamo meglio di tre mesi fa, di sicuro vi devo tanto per essere così accondiscendenti con questo irrequieto giovincello rompicoglioni, come sono et so benissimo di essere. Anche se tento di smussare gli angoli, ogni tanto.
Et poi non lo so che dire, che ce ne sarebbero di parole da spendere, ma non ora. Non ho la forza di ripensare ai dischi (aut ai libri, aut ai film, aut agli eventi...) di questo duemilaesette, so solo che certe canzoni et certi musicisti mi hanno cambiato la vita. Et a questi dico grazie. Agli altri no.
E' un post schifoso questo, perdonatemi. Sicuramente, col tempo, come il vino, invecchierò et migliorerò. Che mi sento un pò acerbo, specie quando ho l'onore di confrontarmi con persone più grandi di me, in molti sensi. Altrimenti chiuderò i battenti. Ma con il sorriso, che da ieri a oggi non può essere logicamente cambiato nulla, ma questa speranza inconscia che mi martella lo stomaco mi rende un pò più euforico. Viviamo solo di sensazioni, alla fine.
...a salvarmi, vieni a salvarmi...

Et comunque, un duemilaeotto migliore ve lo auguro di cuore a tutti. Perchè penso che c'è chi se lo merita davvero.