martedì 15 maggio 2007

Post Office

...nel senso che avrei abbastanza cose da dire, et mi tocca quasi smistarle. Nulla a che vedere, aut quasi, con lui e le sue avventure postaleroticalcooliche.

Allora:


ChioggiaCarpiUno(a)Due

Domenica si andò al Ballarin a vedere i playoff di CND, perchè si può mal tollerare una città (Ciosa), ma non si può farlo con la sua squadra (il Ciosa, appunto). Comunque si andò nella epica CurvaSud aka CurvaCimitero, giusto in tempo per passare in vantaggio. Si era il quiddetto, el Iazzo e il Freguja. Poi è stata una fantastica partita di mer*a. Poi gli altri hanno pareggiato. Poi agli altri hanno annullato un gol. Poi agli altri hanno regalato un rigore. Lo hanno sbagliato et hanno segnato sulla ribattuta. Praticamente hanno fatto tutto loro, il Carpi, con l'arbitro (anzi, l'albitro) generosamente per loro, 'sto stronzo.
Auguri al tipo (che conosco, anzi, lo conoscono tutti) che ha lasciato un dito (nel senso letterale, non leggendario aut metaforico) sulle cancellate. Se non ci credete, ecco:



Biotecnologicamente...

...l'Italia è messa abbastanza male, in confronto a molte altre realtà globali (nel caso particolare, rispetto ai galletti d'oltralpe). Questo è ciò che è venuto fuori da una conferenza a cui siamo stati costretti a partecipare ieri a Padova, noi bistrattati studenti di Comunicazione d'Impresa. Che fossimo comunque venti persone et che nessuno è rimasto più di due ore dimostra quanto l'obbligo di frequenza ci spaventi. Tutta la conferenza, tra primari di qua ed esimii di là, era in inglese, et qualcuno di voi che non mi leggerete mai, miei cari relatori in giaccaecravattaemercedes, ha fatto veramente una figura oscena. Molto cool il fatto che siamo arrivati alla fine della pausa pranzo, giusto per dolce et caffè. Della serie: ecco dove vanno i soldi delle tasse scolastiche. Ora ne abbiamo un'altra lunedì prossimo. Ci si presenterà tutti in camicia tutti infighettati, ma soprattutto mezz'ora prima, per assaggiare anche il risotto. E che caz*o, paghiamo noi!


Rolling Stone non è un magazine, è IL magazine

Premesso che sarà sempre lodato, et ci sono cresciuto sfogliandolo e risfogliandolo ogni mese.
Comunque ribadisco il concetto solo per un articoletto di un certo Marco Mancassola, su uno spazio chiamato Word Machine, dove il nostro conia nuove parole. Ne ha srotolata una che dovrebbe far riflettere alquanto per quanto è giusta:
MAINGROUND, ovvero quella che illo considerà "...la qualità di quei fenomeni che non si situano nel mainstream nè nell'underground, o si situano contemporaneamente in entrambe le posizioni...". In soldoni, conclude così: "...Pochi sanno rinunciare ai vantaggi del mainstream, nessuno vuole smettere di sentirsi un pò underground. Ascoltare un gruppo bulgaro che non ha neppure profilo MySpace, ma ascoltarlo sull'Ipod...".
Grandissimo, seriamente. Bisogna rifletterci, perchè ci siamo dentro tutti. Ma (purtroppo) soprattutto bisogna riuscire a finire di leggere l'articoletto senza venire distolti dalla vicina pubblicità a tutta pagina della più famosa marca di occhiali da sole del mondo. Mainground.
Tra l'altro ho scoperto che se ti abboni per due anni ti regalano anche il porta-iPod aggratis, et griffato!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

gero restà che in curva andeva solo quei de forsanuova no anca i sbaloni :)

chi xelo sto qua de ca bianca? poro fio

Mattia ha detto...

invece c'eravamo anche noi, assieme ai ragazzini di dieci anni che sputavano addosso al portiere avversario, assieme a coetanei di mio papà, et molto altro (et anca pien de fi*a, x inciso).

questo qua non sapevo che abitasse a ca bianca, è uno dei 'rapper made in ciosa'...ti spiegherò...