mercoledì 23 luglio 2008

Sotto le stelle

Si comincia vicino a casa, in un bar in cui da troppo non metto piede. Ci lavora una persona che non so chi sia, se non lontanamente. Non si scompone davanti al mio caffè delle setteetrenta postmeridiane, mentre provo a mantenermi sufficientemente affabile e altrettanto per i cazzi miei.
Poi mi chiede se suono ancora. Mi dice che si ricorda di me. Che si vede che suono. Forse dai levi's o forse dagli occhi spersi. Nei miei silenzi alla caffeina penso che una t-shirt figa e un paio di levi's a pezzi non fanno un musicista. Dico che sto andando a vedere un concerto, a Ferrara, nulla più.
Sotto le stelle, senza dirle chi suona, che difficilmente mi sarebbe tornata indietro la risposta "Yuppie Flu? quelli che sembrano i Pavement? bello!" o simili, in riferimento ai crucchi, ai Notwist.
Poi Ferrara, poi per strada si incontra di tutto, gli autovelox mimetizzati e noi a metterci in posa ogni trecento metri, le macchine indiane.
Sotto le stelle, incroci gente da ovunque, gente che suona, gente che dovrebbe tagliarsi un pò i baffetti, gente lì per godersi un concerto, mentre io mi ci sforzavo e un pò rosicavo. Perdere brucia, sempre. E non mangiare, e ondeggiare su Drained by Diamonds, e incrociare Kyle, e mischiare le nostre imprecazioni internazionali assieme ai "come va?".
Sotto le stelle, ritrovare Yuppie Flu, diversi da come ci eravamo salutati, è stato strano, entrare in un mondo diverso, vedere i Notwist da dietro, straparlare in inglese aggiungerci qualche parola d'italiano capire il senso immaginare il resto. Nessun antidolorifico a fermare la birra. Dei discorsi che placano e aumentano, a seconda delle gradazioni, i piccoli mostri dentro lo stomaco. Che non siano rose e fiori per tutti, lo si sapeva.
Tu sei giovane, sentito da tutti, tante volte, da sembrare vero.
Consequence, e in un attimo dimentico tante cose, dimentico tante persone, dimentico cose che hanno tolto il sorriso. Effetto rigenerante, come guardare le stelle.
E salutarsi con più sincerità rispetto alla media, e ci sentiamo presto. E cose così.
Un concerto da ricordare.

mercoledì 16 luglio 2008

Ogni singola parola di ogni singola canzone


Dovrei fare mille cose utili ed invece faccio poco o nulla. E mi sono pure svegliato presto, e ho lavato gli occhi col caffè. E mi soffermo troppo sulla tua lingua. Ho fatto salti mortali, ora per la prima volta ne realizzo la probabilie inutilità. E avevo bisogno della musica di un gruppo che ho sempre bistrattato e che ora sto scoprendo davvero, per capire. Dell'inutilità, dei lividi sotto la pelle.
Potrei dedicarti ogni singola parola di ogni singola canzone.
Cambiano le prospettive, e ho poco in mano. Nemmeno il vino di ieri sera che era oggettivamente pessimo, nemmeno quella salaprove dentro ad un granaio, fascinosa e rustica e opposta alla mia, suburbanaundergroundsfighè. La marlborolightmorbida bruciava accordando la batteria presa a prestito da non so chi, le labbra bagnavano il filtro, perchè troppo poco concentrate. Suonava abbastanza male, ieri sera, ma qualche attimo di puro divertimento c'è stato, ci rifletterò su.
Il rullante ormai me lo porto dietro ovunque. A suonare semplicissimi quattroquarti e pensare che pochi altri pezzi di bronzo mi hanno mai dato una soddisfazione eguale. Che sia solo un rullante, è relativo.
L'Opelcorsaecceteraeccetera è tornata magnifica e operativa, e i Band of Horses uscivano dai finestrini abbassati quasi in distorsione, mentre sfrecciavo in perenne ritardo su strade che potrei fare ad occhi chiusi.
Solo tu avresti potuto farmi cambiare strada, scegliere la via trafficata, per un nobile fine.
La disillusione è il respiro rotto di un pugno. Non brucia il colpo, bruciano le conseguenze.
Fermarsi pensare ricalibrare ricalibrarsi.
Aggiornare l'iPod.
Mangiare del pesce dove lo fanno bene.
Limitare caffè, sigarette, coltellate allo stomaco.
Chiudere gli occhi per sentire le bombe che cadono. Dove cadono. E spostarsi in tempo, nel silenzio. Che adesso mi finirebbero in testa e non me ne accorgerei. Se questa fosse Londra, nel 1940. Se questa fosse guerra.
Se fosse Coventry, sarebbe peggio. Non avrei speranze.
Invece, qualcosa mi resta.


"Io sto bene, è un eufemismo".
Applausi. Risate. Poi Gianni Maroccolo attacca con l'acustica e la sigaretta accesa e penzolante.
Ma questa è tutt'un'altra cosa.


Torno a fare ciò che devo. Scusa Giorgia, domani ti spedisco tutto.


domenica 13 luglio 2008

Come una fisarmonica

Ci sono stati gli Afterhours e ci sono stati i Marlene Kuntz. Non c'è più tempo per scrivere e per respirare. Ho finito la sessione d'esami, ma da settembre si deve cambiare marcia. Siamo troppo suggestionabili. E fa caldo. E poi a volte è così umido, che fa freddo. E sapevo mi avresti scritto, sapevo che eri lì. Lo avrei fatto anch'io, mi hai solo anticipato mentre mi trascinavo nel corridoio verso la camera da letto sempre meno accampata.
Non ho il tempo di mangiare decentemente, sono svariati chili di meno (qualcosa tipo menocinque rispetto agli standard) e la sensazione fastidiosa di non riuscire a godersi un'ora che sia una prende lo stomaco molto più che per segnalare un'assenza di carboidrati.
Perdo un minimo di sicurezza, ancora, che annega in un mojito. Con della musica dal vago retrogusto anni '60 e troppa gente attorno che conosciamo e noi che non balliamo. E ridiamo. E beviamo. E ci prendiamo e ci lasciamo come una fisarmonica, e manchiamo i saluti finali per una questione di cellulari troppo silenziosi. Fondamentalmente, penso non sia solo una questione di qualità.
E mangiamo chili di mandorle, che ci prendono bene. Perchè la strada verso casa, è sempre troppo lunga.
Nei meandri di una cucina, qualcuno sa il buco che ho dentro.




girami dentro dunque, non ti fermare,
sono a regola d'arte, sono come mi vuoi.

domenica 6 luglio 2008

Tu sì che mi vuoi bene

Il problema dello spazio, è collegato indissolubilmente al tempo. Che sfugge, che si assottiglia.
Io che mi son alzato mezz'ora fa e sento ancora il caffè prendermi a pugni lo stomaco mentre mia madre comincia a pianificare un pranzo accettabile.
(l'ora in cui risultano pubblicati i post è altamente casuale)
Che non mangio a casa da secoli, che non ho nemmeno il tempo di mangiarmi le unghie.
Che non ti scrivo via esseemmeesse, che non ho nemmeno il tempo di pensare col t9.
Che semmai volessi sentirti, ti chiamerei, ma tanto non mi risponderesti. E diresti che lo fai per farmi risparmiare trenta centesimi di telefonata. Che l'ultima volta che siamo usciti faceva freddo e pioveva e il bavero del cappotto era una benedizione e mi hai portato in un posto che per un caffè e un succo gli ho regalato qualcosatipo cinqueeuro. Tu sì che mi vuoi bene.
E la macchina si illumina con una spia nuova, di un arancione inquietante, e comincia a sobbalzare e magari non è la batteria, ma qualcosa mi dice che nemmeno quella durerà in eterno. Forse ti ho tirato un pò troppo, cara opelcorsamilledodicivalvoleabenzina, che sei la gioia di tutti i benzinai, che sei la mia salvezza anche se mi costi una fortuna.
E mi costi mezzo concerto del Vasco quello vero che è sempre un piacere e un onore abbracciare, e lo stomaco vuoto me lo hanno riempito a mojito, e vedere gli OfflagaDiscoPax un pò sotto e un pò sopra il palco mi costa un ringraziamento sentito, anche per le ginocchia che scricchiolavano mentre stavo appollaiato in un'improbabile posizione sull'improbabile scaletta fumando di nuovo le classicissime, e ti cingevo i fianchi per dirti senza voce che sei semplicemente fuori dal normale. Conoscere i bis in anticipo, mentre gli altri invocano mille canzoni. Sapere che non ci sarà Cinnamon, ma Robespierre. Non ci sarà Tono Metallico Standard, ma Tatranky. Questo lo avrebbero dovuto sapere un pò tutti, però.
Ti preoccupi per la mia incolumità ma è solo un problema di rotonde, di strade strette, di trenta-all'ora, che appena ingrano la quarta e la quinta, la quasi poderosa si stabilizza. I Numero6 in random dall'iPod. La sigaretta accesa. I finestrini abbassati e i capelli scompaginati e l'aria condizionata che è morta sul finire dell'estate scorsa. Rumori sconnessi ovunque. Se cambierò macchina, ci verserò un sospiro più profondo del solito. Come per la vecchia tamarockstarpro, che sto vendendo, dopo una vita assieme e dopo due anni di limbo.
Ti preoccupi per la mia incolumità e io me ne preoccupo almeno il doppio. Non per la macchina, ma per qualcosa di più interno, interiore. Per la paura di essere come quelli che ho sempre preso in giro. Quelli che sanno troppo poco, che non conoscono le sfumature.
Il resto sono biscotti secchi, sono cani alcolizzati, sono che ora dovrei seriamente sedermi e chiudere gli occhi e congelare la mente e capire
dove
sto
andando

davvero
.

mercoledì 2 luglio 2008

Blu e barocco

Ieri sera, Bluvertigo. Si sospettava una possibile leziosità, un essere barocchi dovuto all'essere troppo bravi. Vero tutto, ma a loro è concesso, per le canzoni che hanno suonato, per come le hanno suonate.
Perchè Morgan riusciva a suonare il basso e suonare i synth e fumare una sigaretta e bere un qualcosa contemporaneamente.
Comunque, questa di cui vi piazzo il testo è stata da brividi, e non aggiungo altro. Che la brevitas, sarebbe un dono.


I Still Love You

ho capito d'esser pronto ad affrontare una ragazza
quando la mia invidia nei confronti di altri
diventava ormai una cosa insopportabile.
era stato naturale e poi neanche difficilissimo
inserirmi in un contesto di rapporti e sentimenti ovvi
per il mio essere un adolescente.
ma ora ho vent'anni
mi sembra una vita
son rimaste poche cose
e ho molti meno amici
qualcosa mi è nuovo
è la paura di essere solo
e il mio amore dov'è?
chi c'è al posto mio?
siamo tutti più freddi di quanto crediamo
siamo molto più insensibili di quanto pensiamo
ci desideriamo, poi ci amiamo
chissà perchè ad un tratto ci dividiamo
i still love you...
ho studiato come tutti, perchè mi avevano costretto
non ne capivo la ragione
ma ora ti ringrazio, ovunque tu sia.
qualche volta i miei minuscoli problemi
possono essere state misere cazzate
ma per me erano gravi, ed ora è bello riderne.
ma adesso ho vent'anni
mi sembrano mille
non si perde più il tempo
agli angoli delle strade
qualcosa mi è nuovo
è la paura di sprecarmi
e il mio amore dov'è?
chi c'è al posto mio?
siamo tutti più freddi di quanto crediamo
siamo molto più insensibili di quanto pensiamo
ci desideriamo e poi ci amiamo
chissà perchè ad un tratto ci dividiamo
i still love you...