Si comincia vicino a casa, in un bar in cui da troppo non metto piede. Ci lavora una persona che non so chi sia, se non lontanamente. Non si scompone davanti al mio caffè delle setteetrenta postmeridiane, mentre provo a mantenermi sufficientemente affabile e altrettanto per i cazzi miei.
Poi mi chiede se suono ancora. Mi dice che si ricorda di me. Che si vede che suono. Forse dai levi's o forse dagli occhi spersi. Nei miei silenzi alla caffeina penso che una t-shirt figa e un paio di levi's a pezzi non fanno un musicista. Dico che sto andando a vedere un concerto, a Ferrara, nulla più.
Sotto le stelle, senza dirle chi suona, che difficilmente mi sarebbe tornata indietro la risposta "Yuppie Flu? quelli che sembrano i Pavement? bello!" o simili, in riferimento ai crucchi, ai Notwist.
Poi Ferrara, poi per strada si incontra di tutto, gli autovelox mimetizzati e noi a metterci in posa ogni trecento metri, le macchine indiane.
Sotto le stelle, incroci gente da ovunque, gente che suona, gente che dovrebbe tagliarsi un pò i baffetti, gente lì per godersi un concerto, mentre io mi ci sforzavo e un pò rosicavo. Perdere brucia, sempre. E non mangiare, e ondeggiare su Drained by Diamonds, e incrociare Kyle, e mischiare le nostre imprecazioni internazionali assieme ai "come va?".
Sotto le stelle, ritrovare Yuppie Flu, diversi da come ci eravamo salutati, è stato strano, entrare in un mondo diverso, vedere i Notwist da dietro, straparlare in inglese aggiungerci qualche parola d'italiano capire il senso immaginare il resto. Nessun antidolorifico a fermare la birra. Dei discorsi che placano e aumentano, a seconda delle gradazioni, i piccoli mostri dentro lo stomaco. Che non siano rose e fiori per tutti, lo si sapeva.
Tu sei giovane, sentito da tutti, tante volte, da sembrare vero.
Consequence, e in un attimo dimentico tante cose, dimentico tante persone, dimentico cose che hanno tolto il sorriso. Effetto rigenerante, come guardare le stelle.
E salutarsi con più sincerità rispetto alla media, e ci sentiamo presto. E cose così.
Un concerto da ricordare.
Poi mi chiede se suono ancora. Mi dice che si ricorda di me. Che si vede che suono. Forse dai levi's o forse dagli occhi spersi. Nei miei silenzi alla caffeina penso che una t-shirt figa e un paio di levi's a pezzi non fanno un musicista. Dico che sto andando a vedere un concerto, a Ferrara, nulla più.
Sotto le stelle, senza dirle chi suona, che difficilmente mi sarebbe tornata indietro la risposta "Yuppie Flu? quelli che sembrano i Pavement? bello!" o simili, in riferimento ai crucchi, ai Notwist.
Poi Ferrara, poi per strada si incontra di tutto, gli autovelox mimetizzati e noi a metterci in posa ogni trecento metri, le macchine indiane.
Sotto le stelle, incroci gente da ovunque, gente che suona, gente che dovrebbe tagliarsi un pò i baffetti, gente lì per godersi un concerto, mentre io mi ci sforzavo e un pò rosicavo. Perdere brucia, sempre. E non mangiare, e ondeggiare su Drained by Diamonds, e incrociare Kyle, e mischiare le nostre imprecazioni internazionali assieme ai "come va?".
Sotto le stelle, ritrovare Yuppie Flu, diversi da come ci eravamo salutati, è stato strano, entrare in un mondo diverso, vedere i Notwist da dietro, straparlare in inglese aggiungerci qualche parola d'italiano capire il senso immaginare il resto. Nessun antidolorifico a fermare la birra. Dei discorsi che placano e aumentano, a seconda delle gradazioni, i piccoli mostri dentro lo stomaco. Che non siano rose e fiori per tutti, lo si sapeva.
Tu sei giovane, sentito da tutti, tante volte, da sembrare vero.
Consequence, e in un attimo dimentico tante cose, dimentico tante persone, dimentico cose che hanno tolto il sorriso. Effetto rigenerante, come guardare le stelle.
E salutarsi con più sincerità rispetto alla media, e ci sentiamo presto. E cose così.
Un concerto da ricordare.