Poi è vero, fatichiamo a mettere in fila i pensieri. Le linee e il carattere lineare del significante di Saussure. I vuoti e l'odio profondo nei confronti di Hjelmslev. Aspettando Peirce.
Sognare di uscirne vivi sarebbe già un traguardo importante, perchè uscirne vivi è impossibile. Perchè presto torneranno il sole e i concerti e soprattutto i tuoi occhi. Presto collezioneremo di nuovo biglietti dei treni. Così andremo finalmente a berci il nostro cocktail borghese con vista sulle due torri, che costa un botto e magari farà anche schifo. Ma ci convinceremo che in realtà stiamo pagando il servizio, stiamo pagando la forma, non solo la sostanza.
In realtà stiamo pagando qualcosa che non sappiamo e ce ne rendiamo conto giorno per giorno, esibendo splendidi sorrisi di circostanza. I sorrisi sinceri li lasciamo dentro le stanze vuote. Che sono così poche ma così grandi che da soli non riusciamo a riempirle, che sono come organizzare i dayoff per vederli andare in fumo mezz'ora dopo.
In realtà è solo colpa di questo inizio febbraio, è stata colpa di questo fine gennaio, è stata colpa della pioggia e del sosia dell'uomo-dei-fumetti-dei-simpson. Che esploda.
Che esploda skype e il telefonino senza credito se dobbiamo litigare, se dobbiamo giocare a scherma con i nostri punti di vista.
Che esploda quell'aggeggio inutile che fa risuonare l'iPod nella vecchia amatissima scalcinata opelcorsamille, il suo cigolio inutile che disturba le parole e le canzoni e le mani tra i capelli.
O forse, davvero, è come dite voi, che ascolto musica un pò triste. Che la preferisco al ritornello figo e accattivante che ho già dimenticato prima che finisca la canzone. E ci sorrido, e penso ad Alta Fedeltà, e penso al quesito esistenziale di Rob ascoltavo la pop music perchè ero un infelice. o ero un infelice perchè ascoltavo la pop music?
E ci sorrido un pò più forte perchè non sono nè infelice, nè ascolto la pop music. E ci vediamo presto.
Sognare di uscirne vivi sarebbe già un traguardo importante, perchè uscirne vivi è impossibile. Perchè presto torneranno il sole e i concerti e soprattutto i tuoi occhi. Presto collezioneremo di nuovo biglietti dei treni. Così andremo finalmente a berci il nostro cocktail borghese con vista sulle due torri, che costa un botto e magari farà anche schifo. Ma ci convinceremo che in realtà stiamo pagando il servizio, stiamo pagando la forma, non solo la sostanza.
In realtà stiamo pagando qualcosa che non sappiamo e ce ne rendiamo conto giorno per giorno, esibendo splendidi sorrisi di circostanza. I sorrisi sinceri li lasciamo dentro le stanze vuote. Che sono così poche ma così grandi che da soli non riusciamo a riempirle, che sono come organizzare i dayoff per vederli andare in fumo mezz'ora dopo.
In realtà è solo colpa di questo inizio febbraio, è stata colpa di questo fine gennaio, è stata colpa della pioggia e del sosia dell'uomo-dei-fumetti-dei-simpson. Che esploda.
Che esploda skype e il telefonino senza credito se dobbiamo litigare, se dobbiamo giocare a scherma con i nostri punti di vista.
Che esploda quell'aggeggio inutile che fa risuonare l'iPod nella vecchia amatissima scalcinata opelcorsamille, il suo cigolio inutile che disturba le parole e le canzoni e le mani tra i capelli.
O forse, davvero, è come dite voi, che ascolto musica un pò triste. Che la preferisco al ritornello figo e accattivante che ho già dimenticato prima che finisca la canzone. E ci sorrido, e penso ad Alta Fedeltà, e penso al quesito esistenziale di Rob ascoltavo la pop music perchè ero un infelice. o ero un infelice perchè ascoltavo la pop music?
E ci sorrido un pò più forte perchè non sono nè infelice, nè ascolto la pop music. E ci vediamo presto.
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