Diciamo che tutto era prevedibilissimo. Che non sarebbe durato, e lo sapevo. Ma messa così sembra una tragedia, che non è. Oh, come mi piace confondere, come mi piace complicare, come mi piace sorridere e ri-leggere. Come mi piace dissimulare le aspettative.
Siamo seri, ogni tanto, siamo cangianti per una settimana sull'homepage di Rockit, e lo sottolineo non tanto per accrescere il mio ego, quanto per un mero scopo pubblicitario, visto che gli ordini dall'alto sono di spingerci quanto più è possibile.
Siamo seri, ogni tanto, e pianifichiamo una settimana che deve essere precisa al minuto, nonostante presenti simpatiche incognite. Nonostante presenti le solite scie di pura gioventù.
Siamo seri, e allora passo davanti allo specchio, mentre dalle casse esce a volumi altissimi September in the rain di Marti, e per la prima volta da tanto mi guardo e mi vedo moderatamente scavato rispetto a qualche tempo fa. Mio padre ha diagnosticato un mix di sigarette, alcool e droga a giustificare i miei otto chili in meno, ignorando completamente l'estate passata a saltare pranzi e cene per carenza di tempo. Tu che hai tutt'un'altra modalità di esposizione, mi hai osservato un pò, mi hai toccato il culo e mi hai sussurrato "la smettiamo di dimagrire?". Ti vorrò sempre bene anche per queste cose, carissima.
Intanto continuiamo a rapportarci con i primi dei, a subirne il fascino e la possenza, le lune, che si scontrano a volte con l'incapacità e la timidezza di sfiorarli. Allora non facciamo altro che aumentare di una tacca il volume dell'iPod, aumentare di quei cinque-dieci-centimetri ogni passo mentre automaticamente i pensieri sfumano. Funziona, cristo. Come i cocahavana. Come le cene istituzionali in cui ci sediamo composti e tirati-a-lucido per alzarci molto più storti, con qualcosa che ti batte la cassa di New Millennium's Lack of Self Explanation sul cervelletto e ti ricorda costantemente il bitrate a cui dovrebbe essere suonata.
Ma torniamo ad essere seri, facciamo un pò di propaganda, e poi ci salutiamo. Perchè il tempo è dunque giunto. Perchè si è parlato, si è riso della boccuccia, si è telefonato a casa per assicurare ai parenti di essere ancora vivo mentre mi si urlava di muoverci per andare ad un fantomatico raveparty che non ha motivo di esistere, perchè in quelli veri c'è chi pensa ancora che la ketamina sia uno stupefacente. Ma dio, ma state scherzando?
Comunque, questa settimana si fa sul serio. Così debuttano in Italia i Blake/e/e/e, al Velvet di Rimini. Al Creative Fun! festival, sul palco R.E.M., con i Jocelyn Pulsar, gli Amycanbe ed il "nostro" Egle Sommacal. La cosa comincia alle dieci postmeridiane, e noi suoniamo per ultimi. E poi per chi vuole c'è il dancefloor dove consumarsi i piedi.
Siamo seri, ogni tanto, siamo cangianti per una settimana sull'homepage di Rockit, e lo sottolineo non tanto per accrescere il mio ego, quanto per un mero scopo pubblicitario, visto che gli ordini dall'alto sono di spingerci quanto più è possibile.
Siamo seri, ogni tanto, e pianifichiamo una settimana che deve essere precisa al minuto, nonostante presenti simpatiche incognite. Nonostante presenti le solite scie di pura gioventù.
Siamo seri, e allora passo davanti allo specchio, mentre dalle casse esce a volumi altissimi September in the rain di Marti, e per la prima volta da tanto mi guardo e mi vedo moderatamente scavato rispetto a qualche tempo fa. Mio padre ha diagnosticato un mix di sigarette, alcool e droga a giustificare i miei otto chili in meno, ignorando completamente l'estate passata a saltare pranzi e cene per carenza di tempo. Tu che hai tutt'un'altra modalità di esposizione, mi hai osservato un pò, mi hai toccato il culo e mi hai sussurrato "la smettiamo di dimagrire?". Ti vorrò sempre bene anche per queste cose, carissima.
Intanto continuiamo a rapportarci con i primi dei, a subirne il fascino e la possenza, le lune, che si scontrano a volte con l'incapacità e la timidezza di sfiorarli. Allora non facciamo altro che aumentare di una tacca il volume dell'iPod, aumentare di quei cinque-dieci-centimetri ogni passo mentre automaticamente i pensieri sfumano. Funziona, cristo. Come i cocahavana. Come le cene istituzionali in cui ci sediamo composti e tirati-a-lucido per alzarci molto più storti, con qualcosa che ti batte la cassa di New Millennium's Lack of Self Explanation sul cervelletto e ti ricorda costantemente il bitrate a cui dovrebbe essere suonata.
Ma torniamo ad essere seri, facciamo un pò di propaganda, e poi ci salutiamo. Perchè il tempo è dunque giunto. Perchè si è parlato, si è riso della boccuccia, si è telefonato a casa per assicurare ai parenti di essere ancora vivo mentre mi si urlava di muoverci per andare ad un fantomatico raveparty che non ha motivo di esistere, perchè in quelli veri c'è chi pensa ancora che la ketamina sia uno stupefacente. Ma dio, ma state scherzando?
Comunque, questa settimana si fa sul serio. Così debuttano in Italia i Blake/e/e/e, al Velvet di Rimini. Al Creative Fun! festival, sul palco R.E.M., con i Jocelyn Pulsar, gli Amycanbe ed il "nostro" Egle Sommacal. La cosa comincia alle dieci postmeridiane, e noi suoniamo per ultimi. E poi per chi vuole c'è il dancefloor dove consumarsi i piedi.