Siamo tornati, hai visto? Siamo tornati e ci vuole un po' di tempo a metabolizzare e a scrivere per rendere di altri una cosa che è profondamente nostra. Per questo genere di cose, il tempo non è un problema. Per questo genere di cose, anche un punto sarebbe una conquista.
Siamo tornati e ogni volta sono delle montagne russe. A quei tempi di questi tempi sanguinavo e ansimavo e avevo sbagliato tutto. Sai, i tempi i modi le uscite di scena. Quel genere di cose in cui non ne sono mai venuto fuori in maniera decorosa. Quel genere di cose in cui poi si finisce che è sempre colpa mia. E col senno del poi abbiamo riempito lo stretto di Messina e abbiamo realizzato che è vero.
Domandiamoci perché esplodono tutte queste bombe e perché crollano i muri di camera nostra, perché non possiamo lanciare dischi fuori dai finestrini senza risultare sgarbati e perché non possiamo essere semplicemente liberi. Perché siamo succubi di sovrastrutture di ansie di male in polvere. Chiedi alla polvere. Ma magari nemmeno lei si degnerà di risponderci.
Tormenterò il tuo cervello con il mio essere stronzo, ovunque sarai. Ti sarò vicino con il mio cuore, ovunque sarai. Tornerò ad essere più cangiante di quello che mi sento adesso, quando salderemo il conto che c'è da pagare, quando saremo ricchi e ci leveremo dai coglioni, quando saremo forti e niente ci fermerà, quando saremo meno scurrili e ancora più ripuliti.
Indosseremo una camicia nuova, di quelle un po' larghe ma non troppo, sistemeremo il colletto in modo che non sporga da una parte, abbandoneremo la valigia in un valico sull'Appennino con tutti i panni sporchi e tutte le azioni sbagliate. Prenderemo biglietti d'aereo e andremo via. Andremo lontano fino a che si dimenticheranno. Di com'ero, di come sono.
O magari hai ragione tu, Claude, che non ci vediamo da una vita intera, che i muri cambiano di vernice ma resistono, e resistono solo quelli. Ma poi non ne sei sicuro nemmeno tu.
E allora mi prenderò il tempo che mi serve, attaccherò ai fianchi. Puntellerò le pareti della nostra stanza, con le mani bianche di calcinacci e la polvere che secca la gola fino a non poter respirare. A costo che resti solo la mia sagoma, nel muro. Poi vienimi a dire che sono uno stronzo.
Il resto arriverà quando ci siederemo qui con un bicchiere di aglianico e quattro o cinque sigarette di drum bianco e la testa sgombra. Continuiamo a ripulirci, cosa credi?
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