Come i quadri di Munch che hanno sempre qualcosa che stona. Un albero un volto un paio di baffi. Come noi. E le nostre sveglie ad orari improponibili per le gite fuori porta le domeniche mattina. Come i quadri di Munch e quegli occhi spiritati, e i quarantasette messaggi al minuto che ci si scambia per lamentarsi un po'. Di come stanno le cose ed è da tanto che le cose non stanno come vorremmo noi. Mentre la nebbia ci entra nei cappotti e tu svieni in macchina per un'ora abbondante.
Abbiamo trovato la camera di Napoleone e dei pesci giganti, fermandoci tra i quadri abbandonati da tutti gli altri visitatori. Che ogni tanto ci incrociamo tra una stanza e l'altra e un po' fingiamo di non conoscerci un po' ci abbracciamo.
L'arte è il sangue del proprio cuore diceva Munch.
Non parlare di corde a casa dell'impiccato dici tu.
Io non dico nulla e al massimo passo le notti con gli occhi sbarrati. Per ora noi la chiameremo felicità?
Nessun commento:
Posta un commento