Poi mi dirai che non ci sarà più tempo. Nemmeno quello che amministriamo qui, tra un viaggio e l'altro. Dovremmo fotografarlo, il tempo. Dovremmo fotografarci adesso, per ricordarci tra vent'anni. Quando tutto questo sarà finito e i baroni se ne saranno andati. Quando i professori ci risponderanno alle mail. Quando proveremo ancora tutti i giorni e ancora tutti i giorni non ci peserà. Quando non avremo più freddo.
E allora ci sarà qualcos'altro per cui lamentarsi, ci sarà un'altra battaglia, un altro libro proibito, un altro scandalo. Fortuna che una Juventus peggiore di questa significherà solo smetterla di perderci tempo a sperare che tutto torni normale. Perché questo è il dramma dello juventino, l'idea che quello che sta succedendo sia una parentesi, che passerà come passano gli inverni. Che l'Inter tornerà a comperare sedicenti fenomeni sudamericani, per una qualificazione tranquilla in Europa Leaugue. Che torneremo a gioire per i gol di un attaccante vero, che forniremo la squadra per i prossimi mondiali, non che pezzo per pezzo ci compriamo la squadra che li ha vinti cinque anni fa. Questo, è il dramma, l'idea che ci sarà un tempo diverso, che le cose naturalmente torneranno a scorrere.
Dovremmo fotografarci ora, per vederci fra vent'anni. Magari mi sarà cresciuta la barba, e qualcuno ci avrà fisiologicamente lasciato.
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