Guarda che maggio è passato. E i tramonti non arrivano mai mentre scattiamo troppe volte su e giù per le stesse strade, da mattina a sera, ancora. Che poi ci passano davanti momenti da riempirsi gli occhi, i colori decisi delle case ai bordi della laguna, la tua inaspettata guida sportiva. Gli agguati dei carabinieri e i posti di blocco nei posti più improbabili che verrebbe da chieder loro perché hanno scelto di mettersi proprio lì, mentre continuiamo a parlare delle nostre cose con la radio troppo alta. Andiamo a controllare tutti i sensi di marcia invertiti, le rotonde e i leghisti che nei santini elettorali hanno la città nel cuore e il cuore a destra. E tutti gli arancioni che a seconda del luogo hanno significato una prevedibile sconfitta ed un'esaltante vittoria, solo per una questione di chilometri. E alla fine dovrai trovarti un lavoro, anche tu. Ma ho i miei dubbi.
Sai, non me ne sono reso conto che maggio è passato, ma ho visto i tuoi occhi, e ho sentito il tuo sorriso appoggiato alla mia spalla, uno scalino più in basso così siamo alti uguali. Forse di maggio, resterà solo questo.
Sai, non me ne sono reso conto che maggio è passato, ma ho visto i tuoi occhi, e ho sentito il tuo sorriso appoggiato alla mia spalla, uno scalino più in basso così siamo alti uguali. Forse di maggio, resterà solo questo.
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