lunedì 12 gennaio 2009

La tua schiena - Officina49, Cesena

Siamo tornati. Con tutte le nostre amabili imperfezioni. E i periodi ipotetici troppo corti. Perchè ci diciamo noi lo sappiamo, lo sappiamo che spezzare i pensieri serve a spezzare le gambe alla paura di esporsi. Il treno è sempre il solito treno e al solito arrivo a Bologna e piove. Che spero la mia memoria mi tradisca ma bologna e piove era anche una canzone mediamente inascoltabile di Poggipollini.
Togliere la ruggine è abbastanza semplice anche se per scaldarci abbiamo dovuto dare fuoco a NM'sLoSE, in una versione da dirci bene è venuta unammerda buon duemilaenove.
Togliere la ruggine è abbastanza semplice come parlare per ore e fumare per ore e dimenticare di prepararci il pranzo ma nel compenso sfarci di caffè. Che ne metto su una decina che l'attenzione verso di te rimane immutata. Che mi specchio e incrocio gli occhi per non vedermi perchè sbucherebbero chiaramente i troppi fili scoperti.
La logistica delle macchne per stare meglio e comunque il timpano mi precipita addosso ad ogni curva. Come Bob Corn in autogrill con quel suo modo di fare che è inspiegabile e mi diverte un sacco e l'ultima volta ci eravamo visti al freddo al gelo al suo concerto al Big Fish, svariati chilometri verso casa mia. Inspiegabile dicevo come tutto il freddo che abbiamo sofferto nella sala concerti dell'Officina49, mentre ti telefono dicendoti che va male, che non ho il coraggio di togliermi il cappotto e che vorrei pensare a tutt'altro ma non ci riesco. Almeno si sente bene penso mentre lancio il cellulare contro il muro. Almeno io pagherò le conseguenze di una vita non propriamente salutista dice Egle ma pure te non scherzi. E ci ripenso mentre ho tra le mani il racconto di VascoBrondi stampato a mano su carta cotone e faccio una fatica mostruosa a leggere perchè si fa una fatica mostruosa a leggere con tutte quelle paroline vicine e quelle frasi che non si capisce troppo. Come ti sembra? mi chiede l'uomo-dell'anno una cagata pazzesca dico io ma in realtà stavo pensando alla forma, che non posso strizzare gli occhi più di così. In realtà non è male per niente. Che poi ci diremo che siamo tutti degli indie del cazzo e la nostra lotta quotidiana per un bicchiere d'acqua ci annegherà tutti.
Che poi magari c'è gente che ci dice che scriviamo come lui e magari questa gente potrebbe anche leggersi un pò di letteratura quella seria e poi evitare certi commentini del cazzo tra le pagine di myspace.
Il tè caldo prima di suonare crea degli scompensi a livello di temperatura corporea. Così non mi ricordo neanche di essere salito sul palco. Che c'era gente, che faceva così freddo che gli altri erano in cappotto e io dopo The Thing's Hollow ero già solo con la maglietta a mezzemaniche.
E ovviamente si sentiva malissimo, che dopo mesi ci chiediamo ancora come sia possibile, che in linea teorica quando arriva la gente si sente meglio, diceva qualcuno.
Non faccio caso a niente e nessuno mentre studio una corsia preferenziale verso il bar.
Non faccio caso a niente e nessuno mentre ti saluto e ti sorrido e un secondo dopo ho completamente dimenticato la tua faccia.
Non faccio caso a niente e nessuno mentre siamo a casa e ci siamo già detti tutto. E allora ci caliamo un baffo. E ci addormentiamo rigirandoci nel letto accampato, pianificando strategie, sorvolando, bestemmiando. Devo riprendermi le notti mi dicevo un attimo prima di svenire, e cercavo con la mano la tua schiena.
Ma la tua schiena non era lì.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ohh. ti ringrazio del corsivo.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e