giovedì 28 aprile 2011

Ci guardiamo dentro per cercarci un po'.

A volte sono solo sensazioni. Come quelle di raccontarci le nostre collassate più improbabili tra corriere di pendolari e piazze storiche, come svegliarsi una mattina con quell'agitazione tipica della stazione di Milano. Ci guardiamo dentro per cercarci un po'. Ci guardiamo lo stomaco pieno di nodi, se vuoi. Che ceneremo domani, che adesso no. Che adesso mi tengo questa agitazione tipica di quelle primavere che non sono così distanti, mentre questo cielo sembra ci voglia bombardare, che adesso mi tengo questo paio di bacchette un po' sbucciate e questo tappeto rosso che non si può guardare. Mi manchi perché avremmo potuto fare indigestione di noi, fossi rimasto qualche giorno in più. Mi manchi perché in certe occasioni sembra che non sia partito mai, anche viaggiando con due fusi orari diversi, anche quando mi ritrovo in sei contro uno, anche quando non ci sentiamo quando vibrano le pelli dei tamburi.
A volte sono solo sensazioni, a volte c'è solo uno sfrenato bisogno di partire verso qualche parte. Non importa dove.

mercoledì 13 aprile 2011

Per smentirvi.

Amore abbiamo preso la pioggia e davvero sono dieci gradi in meno di dieci minuti fa.
Amore quel treno è perso per sempre, non passerà mai più è perso per sempre ,come i testi delle canzoni di merda scritti sbagliati sulle saracinesche dei negozi chiusi. Cancellati come noi certi venerdì sera. Ma da dietro il vetro e le inferriate leggère c'erano quei colori gonfi di gialli, colori di legno di chitarre acustiche di violoncelli scordati di batterie prestate. Ci siamo dimenticati di fotografarli. Per smentirvi. Sembra un mondo a parte, un mondo dentro un altro mondo che siamo noi con i nostri mal di testa e con le nostre agende piene di cancellature e di asterischi e di impegni così ravvicinati da prendersi a pugni, e quando inventeranno il teltrasporto sarà sempre troppo tardi. Così non avremo i minuti contati per abbracciarci e per urlarci dietro e per rotolarci dormendo nel letto. Mi vedo riflesso sul vetro della finestra, scelgo con cura uno dei cinque mazzi di chiavi che compongono le mie giornate. Ha ragione Fiorenzo Stige dei Bachi da Pietra è l'ennesima dimostrazione di manifesta superiorità.
Sono giorni che penso a voi, esercito di santi geniali e maledetti. Riflesso nelle vetrine illuminate delle pasticcerie veneziane, nei bicchieri di vino che profumano di panettone o di pompelmo. Nei monologhi in macchina che ogni tanto, in coda nell'ora di punta in ogni zona industriale del veneto orientale, verrebbe quasi da asciugarsi gli occhi.