domenica 30 dicembre 2007

Ventunenne...

Et così sono ventuno.
Et sentirli a momenti: a volte molti meno, a volte molti di più. A volte quelli che effettivamente sono. Ventuno.
Ventuno che è un numero che ho sempre visto con rispetto.



Et il mio personalissimo regalo, è questo testo, Cerchi nell'acqua, di Paolo Benvegnù.

frantumare le distanze. superare resistenze...
e riconoscersi per creare. camminare senza chiedersi perché.
il tuo viso le mie mani sono la stessa gioia immensa...
è luce invisibile da succhiare. camminare senza chiedersi perché.
e fermarsi un istante per considerare,
che il respiro è un dettaglio che ci rende uguali...
come cerchi nell’acqua che non sanno nuotare e si infrangono...
frantumare le distanze. superare le esistenze...
e riconoscersi per creare. camminare senza chiedersi perché.
e fermarsi un istante per considerare,
che ogni istante si scioglie in quello a venire,
come cerchi nell’acqua che non sanno nuotare...
e si infrangono...


Di Firenze, parlerò prestissimo. Di tre giorni da ripetere all'infinito. Di tre giorni in cui ho ricaricato il cervello, lo stomaco, un pò il cuore. Sicuramente non i polmoni et nemmeno il fegato. Grazie, presto vi dirò tutto. Perchè ho trovato persone che sono splendide. Et compagni di viaggio invidiabili. A presto, promesso.

mercoledì 26 dicembre 2007

Le gite fuori porta


Buonasera. Domani mattina si partirà relativamente presto, et si andrà in autobus a Padova. Si caricheranno varie ed eventuali in macchina del Simeoni et la premiata ditta delle tre emme partirà alla volta di Firenze. Fondamentalmente a far quadrare il cerchio. Et vediamo cosa succederà. Perchè qualcosa succederà. Registreremo tutto quello che riusciremo a registrare. Che è diventato più di un desiderio, et più di un bisogno. E' diventato praticamente fondamentale.
Et spero di vedere delle persone a cui tengo molto.
Poi si tornerà il 29 sera, et il 30 festeggerò in un modo che ancora ignoro i miei primi 21 anni.
Quindi tanti saluti, et a presto.
Et spero che abbiate tutti lo stomaco esploso, come il mio. Et ne approfitto et vi rimando a questo post. E' perfetto, per il Natale. Perfetto.
Vi voglio bene.

martedì 25 dicembre 2007

Natale

Buon Natale allo zenzero. Semmai vogliate un buon Natale. Io ho i biscotti di Teresa, et sono similfelice. Et ribadisco che il suo tonno alla mediterranea è una cosa fantasmagorica.
A presto.

lunedì 24 dicembre 2007

Ventiquattro.dodici

Il ventiquattro dicembre è un giorno particolare. E' sempre stato un giorno da sogno et di stelle, et non stelle di plastica. Stelle vere. E' stato un giorno da ricordare spesso, un deja vù. Ci abbiamo fatto l'amore piangendo di gioia. Non ci siamo aspettati per i regali. Abbiamo mangiato il pesce migliore, abbiamo bevuto il vino più soffice. Ci siamo salutati per poi ritrovarci venti minuti dopo. In astinenza dell'altro. E' stato il giorno più caldo di dicembre. Impareggiabile.
Et ti ho appena detto che praticamente è stata colpa mia, et forse è la prima volta. Siamo cresciuti dal nostro primo ventiquattro dicembre. Siamo diventati grandi, insieme, et diventeremo ancora più grandi, ma ognuno per la sua strada.
Et ti ho detto che ieri sera eri bellissima. Et non te l'aspettavi di vedermi lì. Te lo si leggeva in faccia. Et so che quando mi hai visto qualcosa di insano l'hai pensato pure tu.
Ma ieri non era il ventiquattro dicembre, oggi sì.

sabato 22 dicembre 2007

L'astinenza

Il titolo solito dovrebbe essere:
Le Luci Della Centrale Elettrica :: Live @ Chioggialab.
Ma per oggi no.

Ieri sera c'è stato Vlad de "Noi siamo Le Luci Della Centrale Elettrica" al Chioggialab. Io mi ero appena ripreso dal virus che ha deciso di campeggiare nel mio stomaco nella campale giornata di giovedì et così ci sono andato moderatamente tranquillo, ieri sera.
E' stato il solito piacere, abbracciarsi et parlarsi un pò. Et poi conoscere Tommi aka Fuori Dalle Ali. Et festeggiare il compleanno di Rock-oh!. Et andarci pesante di acqua minerale. Con le bollicine a dare un piccolo brivido mentre annegavano l'esofago ancora in fiamme. Et un briciolo di terrore mentre sorseggiavo lo spritz, unico alcolico della serata, per brindare a Rock-oh!, irrinunciabile. Et avevo addosso una certa angoscia, che non mi spiegavo. Che ora ho srotolato come chilometri di scontrini...
...ma non mi raggiungevi...
...et che ora ho capito cosa essere et che dopo magari mi farete l'estrema carità di provare a capirmi.
Niente, prima di Vasco ha suonato una ragazza di Padova, mai vista prima, mai sentita prima. Non lo so, ci devo pure aver litigato a fine serata perchè ci siamo capiti male...
del tipo io che la scomodo per la quattrocentesima volta per passare alla volta di non so dove et che all'ultima le dico "scusa, sono sempre tra i coglioni" et lei che sicuramente avrà capito "scusa, levati dai coglioni" et mi ha detto qualcosa et io le ho riso in faccia et è finita lì ma non avevo capito scusa comunque...
...comunque abbastanza deludente secondo il mio infimo parere perchè va bene essere coraggiosi, ma prima di prendere una chitarra et una voce et spiattellarle su di un palco bisognerebbe come minimo testarle a casa. Così chiarisco il discorso similiniziato con Tommi aka Fuori dalle Ali. Niente di personale, anzi. Ma sono stronzo. Et le emozioni secondo me le tiri fuori solo se sai come farle venire fuori dallo strumento che hai in mano. Et nel mio infimo piccolo, so che funziona.
Et comunque qui mi si potrebbe dire che io sono mesi che non vedo un cazzo di palco et che potrei anche tenere certi giudizi per me, et qui vi do assolutmanete ragione, et sempre più mi avvicino all'angosciosa realtà che tra poco esplicherò.
Poi va su Vasco. Et il signorino è migliorato in maniera esponenziale. Et è allucinante. Et non dico altro ma vi beccate un suo qualsiasi video che quando avrò finito queste righe scontrose pescherò dalla pandora di youtube. E' grandioso.
Vai a fare in culo, Vasco, sei il migliore che al momento gira in Italia.





Poi due canzoni di Tommi aka Fuori dalle Ali, che il coraggio ce l'ha, non è così principiante come mi ha fatto credere per tutta la serata, ma che vuole essere per non so quale astruso motivo un altro Vascobrondi. Et di Vascobrondi perfortuna aut purtroppo ce n'è uno solo.
Quell'uno che poi ha finito la serata con altre due canzoni.
Et qui parto ad enunciare quell'angoscia che adesso è palese et fa male che se non l'avete mai sperimentata non la potrete capire mai: mi manca il palco. Che è una cazzata in sè perchè non ho sicuramente visto milioni di palchi in vita mia, ma è reale perchè è uno status, perchè al momento mi manca anche la possibilità di salire su di un palco.
Perchè i progetti sono in via di completamento. Perchè sono ancora fili da coprire. Perchè mi sento tremendamente inadeguato a non avere una voce decente et poter urlare.
Io pesto, con finezza immane, ma pesto.
Et mi viene in mente un'immagine di inadeguatezza che scaccerei a testate sul muro.
Perchè bisogno di qualcun altro, necessariamente. Et la fiducia nel prossimo è una concezione che sta franando di giorno in giorno.
Perchè se scrivo un testo, lo dovrà necessariamente cantare qualcun altro.
Perchè se ho un groove figo, qualcuno gli dovrà necessariamente piazzare una melodia.
Et intanto il 27 andiamo a registrare et l'ho già detto, et mi serve per pensare che magari la strada è non dico quella giusta, ma almeno è una strada percorribile. Aut forse sono io che al momento vedo le cose abbastanza nere. Forse perchè son splendidamente a piedi.
Et la cosa è lancinante.
Et spero vivamente che l'altro mezzo progettino decolli, et se dalla parte similfiorentina predico pazienza per quattromiliardisettecentoventiduemilionicentoventimilanovecentosedici motivi, dall'altra sento un'urgenza che mi brucia lo stomaco più del cazzo di virus che spero di aver debellato fino al duemiedieci.
Et intanto ascolto i Band of Horses, che almeno mi fanno sentire che non capisco, et è già qualcosa, credo. Una novità.
I could sleep
I could sleep
when I lived alone
is there a ghost in my house?
Et intanto resta questo bisogno, questo dover suonare per forza, perchè i tempi sono maturi per far parlare non solo un blog inutile et una bocca resa più scivolosa da mille birre (ieri, evidentemente, no...). Penso sia ora, penso sia ora di dare una sistemata ad un bel pò di cose.
Perchè in parole povere:

MI SONO LETTERALMENTE ROTTO IL CAZZO DI VEDERE SUONARE SPLENDIDI MUSICISTI ET/AUT CANI PRETENZIOSI.
PERCHE' QUALSIASI SIA IL LORO CAZZO DI STATUS, LORO SUONANO.
IO NO.


Et mi ha stufato quest'aria di sovrastuttura che respiro attorno, di metafisica. Di mille parole, ovunque mi giro. Senza combinare niente di niente. Senza vedere un palco da secoli. Senza morirne di astinenza. Io ci sto letteralmente morendo. La salaprove è una prigione, se non se ne esce. Et un piacere come quello di suonare, diventa un lavoro forzato. Con doppi, tripli turni. Accentuati dai tempi morti dettati da un mare ghiacciato et da un lungomare deserto. Che è tutto quello che al momento mi viene offerto da questa città similinfame.
I Carpacho!, che non mi piacciono troppo, ieri erano con noi sbronzi et divertiti et stasera sono a Chieti a suonare. Et sono simpaticissimi. Et ieri li ho invidiati. Et io mi odio quando invidio qualcuno. Tre volte di più perchè non mi piace la loro musica.
Passerà.
Complimenti a Vasco. Stasera al Rivolta con i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Lui parla poco, et suona, tanto. Tantissimo.
Et noi?

Et scusate che mi son lasciato prendere dal suono della tastiera mentre la violento a sei dita a velocità esagerata. Scrivo troppo, et vi annoio.

venerdì 21 dicembre 2007

Rivoluzione

Et se scrivevo un post ieri sarebbe stato da ridere. Ieri ero ammalato di brutto. Oggi non lo so ancora, ma credo di no. Negli ultimi dieci anni, escludendo la varicella, le mie degenze sono durate massimo un giorno. Ma quel giorno è sempre allucinante, come ieri.
Ieri che ho passato tutta la giornata sdraiato ovunque, a valutare quanto il dolore fisico sia immensamente più doloroso di quello psichico. Et ieri volevo prendere lo stomaco et buttarlo giù dalla finestra, che pulsava et ad ogni battito mi esplodeva la testa. Et quella l'avrei tagliata. Le mie personalissime "Memorie di una testa tagliata", inutili come la giornata di ieri, praticamente persa.
Et ho ripensato all'anno scorso, all'esame di inglese fatto in fin di vita et la prof che avevamo quasi fatto amicizia che mi dà una pacca gentile sulle spalle alla fine della prova et mi accende una serie di reazioni a catena che ho dovuto prender la macchina et fare Padova - Chioggia in mezz'ora scarsa a mezzogiorno per vomitare anche le rotule. Et un giorno intero a letto a delirare come ieri, dalle una p.m. del venerdì alle una p.m. del sabato, per poi andare a fare prove a Padova con un gruppo di cui ho sempre meno ricordo et la sera in Dolfina.
In Dolfina, mica a prendersi un tè caldo al Bistrò.
Dopotutto, mi sto rendendo conto di delirare, anche se non mi sento ammalato. Andiamo bene.
Et ieri ho visto tre film. Ma non è che ci abbia capito tanto. Et non ho mangiato assolutamente nulla. Et le cose quasi sicuramente sono collegate.
Et venendo alle cose serie, l'ostello a Firenze dal 27 al 29 dicembre è prenotato. Quindi è ufficiale che si va.
Cari Piombo(ni) et Simeoni, abbiamo fatto presto, meglio così.
Et mercoledì ho preso il regalo più difficile della mia recente vita. Et ci sono andato diretto perchè sapevo già cosa prendere. Et la commessa mi ha guardato et ha ammirato la mia decisione et la mia fermezza dicendo qualcosa di paraculo tipo "ottima scelta". Lei non può sapere quanto la mia non sia affatto un'ottima scelta.
Però mentre gironzolavo per Padova mi sentivo immerso di un cazzo di spirito natalizio. Et ero felice. Poi non so quanto la cosa possa essere legata a ieri.

Et stasera Le Luci Della Centrale Elettrica viene al Chioggialab a suonare. Et se lo stomaco lo permetterà, sarò lì dalla prima ora, come è sempre accaduto, con et per lui.

Et ho fame, ma una fame che al momento solo Rock-oh! et Pipì possono capire. Et so che sono molto affamati pure loro. Et so che certi discorsi, se posti in un certo modo, farebbero milioni et milioni di adepti.
Rivoluzione.

giovedì 13 dicembre 2007

La clinique est ouverte


Questa sera, al Big Fish, ci sono i No Seduction, alias i fioi, massimi esponenti del mediterranean metal. Presenteranno l'innovativo Electrorave live set, cosa mai vista et mai sentita prima (io sì vabbè, che mi son imbucato alle prove...). Comunque, al solito non si pagherà nulla per entrare, non ci sono tessere, et non si accettano discussioni.
Et dopo vi beccate Enver che mette dischi.
Il tutto comincerà all'incirca per le dieci et qualcosa, anche un poco più tardi. Esserci, aut el Rock-oh!, el Freguja et el Snake Robertz si risentiranno nei vostri confronti.

Dedicato a Er-P che cura Demokrazia su Rumore et che sul numero di dicembre ha recensito i No Seduction :: si stava (logicamente) ironizzando sulla recensione, che è ottima, per mille motivi. Dal mediterranean metal (che giuro è un'etichetta fantasmagorica) ai papponi ai califfi all'amiga's culture. Forse perchè la prima volta che l'abbiamo letta tutt'insieme, nessuno ci ha capito un cazzo, troppo presi a bere alla laurea di Teresa.
Suvvia, don't be wrong!

Ricordo anche che per motivi esistenziali et di appartenenza, il Big Fish non è più a S.Anna, ma si è trasferito a New York. Se non fisicamente, almeno con il cuore.

martedì 11 dicembre 2007

Strategia di sopravvivenza

Questo è un post scritto da me (al solito) et per me et fondamentalmente per visitatori passivi.
Alla fine ho pianificato la stretegia definitiva, per togliermi le spine dalla schiena et per smentire una certa credenza di una certa persona riguardo un mio certo comportamento tipico del periodo natalizio. Che, per inciso, è un caso. Aut almeno non è legato per forza di cosa al Natale, aut alla sua vigilia. Forse più alla stagione in sè, perchè a Natale bisognerebbe essere tutti più buoni, et io non lo sono mai stato, in fondo.
La strategia è pianificata, appunto. Dicevo.
La strategia è alquanto sporca, ma non si può avere tutto dalla vita. Specialmente da questa, vita.
Comunque, ora basterà pazientare et poi, al momento giusto, agire. Et così poi magari si potrà tornare a ridere di gusto.
Et poi così si potrà mandare a cagare, con un ritrovato sorriso, un bel pò di persone. Persone che al momento non ho la forza nelle gambe, nello stomaco, nel fegato, nel cuore in formalina, per mandarle a cagare in campo aperto.
Et stiamo parlando di un bel pò di persone. Più di tre. Che magari non se lo aspetteranno. Et allora ci sarà ancora più gusto.
Saranno soddisfazioni, et se sarà così ve le racconterò a puntate, promesso. Perchè le gocce cominciano a traboccare, et ci si è già (occhio al termine tecnico) martellati i coglioni abbastanza.
Mai più appropriato di adesso, ci sta un ad maiora, che ingloberà anche il sottoscritto.
Nel mentre l'altro Mattia, quello non necessariamente in fin di vita, archiviati certi grilli più aut meno illusori, continua a limare le canzoni col Piombo et il Simeoni. Rendono, et questo al momento è l'unica cosa che conta.
Dopodichè si cercheranno modi più aut meno consoni per emigrare definitivamente da questa città addormentata, che ad oggi è abbracciata dalla nebbia ventiquattro ore al giorno, come se non fosse già di suo abbastanza fuori dal mondo.
Poi, staremo a vedere.
Poi, metterei mille firme per trasformare questo blog infimo et inutile in un manifesto di sole, cuore et amore. Anche perchè so che se continuo così finirò solo (se non è già successo, possibilissimo tra l'altro) per rompere i coglioni (et ridaje!) pure a voi. Voi che siete in quattro a leggere et a commentare et a intasarmi hotmail con le migliori mail che io abbia mai sognato di ricevere, et per questo vi voglio davvero bene, ma tanto. Apparte qualcuno et qualcuna, ma quel qualcuno et qualcuna lo sa. Perchè sono anche quello che ha sempre detto tutto in faccia. Anche a quelli con la faccia come il culo, et grazie agli Offlaga Disco Pax per la citazione obbligata.

Intanto, strategia (dell'apnea) in atto.
Passo et chiudo.

domenica 9 dicembre 2007

Giorgio Canali :: Live @ Vinile

Premessa, che la sanno tutti, ma qualcuno forse ancora no. Et comunque la si può considerare in prescrizione, quindi non vincolante. A nessuno.
Il 23 settembre 2007 devastato psichicamente (et i motivi sono ormai famosi, et riscontrabilissimi qui) dopo aver aperto il concerto di Bugo al Big Fish Festival, mi sono trovato Giorgio Canali spararmi addosso il fumo passivo di una camelsenzafiltro et prendermi a braccetto et dirmi che non gli dispiaceva come suonavo, che avevo un mio perchè molto quadrato, et se volevo registrare quelle due aut tre batterie nel disco (next big thing 2008, et ci scommetto i coglioni) de Le Luci Della Centrale Elettrica.
Le Luci Della Centrale Elettrica che seguo da quando faceva dieci ascolti giornalieri su myspace, et se lo filavano in pochi (et qui grazie ancora a quello che me l'ha consigliato, il giorno del nostro primo incontro ufficiale... rimembri?).
Giorgio Canali comunque, quello dei CCCP et dei C.S.I., quello che ascolto da una vita, quello delle chitarre disturbate. L'originale.
All'inizio le cose sembrano andare bene, poi ci si sente di meno, poi sopraggiungono problemi et il cd da similelettrico si ridimensiona in acustico. Si parla con Vasco, ci si chiarisce, si attende. Ancora.
Disilluso abbastanza, et capirete il perchè. Nel mentre ricomincio a suonare le cose mie, et anche qui capirete il perchè.
Al momento per assurdo potrebbe ancora arrivarmi una certa telefonata, et sia chiaro prenderei la macchina, caricherei la batteria et andrei a Ferrara. A velocità supersonica. Ma non accadrà, che ho imparato ad essere, se non pessimista, almeno realista.

Detto questo, Giorgio Canali ci tenevo a vederlo suonare, per i motivi succitati et non solo, et per il fatto che ultimamente lo avevo visto fare i coretti a Bugo in stile 'Dov'è il tuo gel?', non esattamente il genere che lo ha reso quello che è. Così convinsi il Pagan a seguirmi a Rosà, al Vinile. In cambio abbiamo girato in lungo et in largo i negozi di Padova nel pomeriggio. Et ne è valsa la pena. Per entrambi.
Nonostante il casino allucinante per strada. Nonostante siamo arrivati et il Vinile era ancora chiuso et i Rossofuoco abbiano suonato a mezzanotte et mezza. Nonostante i Mama.In.Inca che hanno aperto il concerto non mi siano piaciuti per niente (et sì che su myspace sembravano molto più forti, et sì che settimana prossima aprono ai DiscoDrive al NewAge).
Con Giorgio Canali ci siamo incrociati prima del concerto, ci siamo salutati cortesi, ci siamo riconosciuti con sufficiente onestà, ci siamo dati il cambio per fumarci la sigaretta. Niente di meno, niente di più.
Poi hanno suonato, a volumi altissimi. Lui tirando testate al microfono. Con l'altra metà dei NienteDiNiente al theremin. Col chitarrista de I Melt. Col batterista che sembrava un orso et pestava et pestava et mi piaceva un sacco. Et Canali uguale, et chissenefrega se mi si dice che è vecchio et potrebbe limitarsi a fare il produttore. Non mi piace tutto, ma Precipito, Falso Bolero, Swiss Hyde aut Non Dormi sono canzoni che il 99% dei gruppi nostrani si sogna.
Si è usciti con le orecchie violentate, ma poco importa.
Si è trovato un incidente allucinante a Curtarolo.
Si è arrivati a casa alle tre et mezza.
Si è chiuso, in un certo senso, un cerchio.
Che ingloba anche la famosa telefonata, che come ho già detto, molto difficilmente arriverà.


Chissà perchè la gente a questo punto cerca dio,
Gli occhi persi nel blu...

Ma se c'è qualcosa che ti manca, o sono io, o ti manchi tu.

venerdì 7 dicembre 2007

Il cellulare

Et non è che ci abbia capito tanto ieri. Et comunque so che hai bluffato et non mi leggi. Et ci mancherebbe, vista l'ultima volta che hai lasciato un commento qua. Visto che ho pure cancellato i post.
Comunque di ieri veramente non ci ho capito nulla. Potrei ripeterlo all'infinito. Perchè siamo alchemici. Perchè se passo per prendere uno zaino, et alla fine lo zaino ce l'hai ancora tu, vuol dire che come minimo sono saltate le nostre priorità.
Lo zaino... E scusami.
Sai, Dente è piaciuto a me et a pochissimi altri, giovedì scorso al Big Fish, ma quella sua frase "col telefono stacci più attenta" è sconcertante per quante volte ci torna buona. Ieri, l'ho sentito subito lo squillo sommesso, et mi sono ghiacciato. Et poi te ne sei accorta anche tu, et ho visto chiaramente la tua faccia, anche col buio quasi pesto. Quasi disperata.
Ma col rispetto che meriterebbe una bambola di porcellana, è la seconda volta. Et dubito per la mia salute psichica ci saranno altre volte. Aut almeno, resterò immobile.
Non c'è due senza tre
Non c'è due senza TE
Et così penso che comunque presto ci vedremo, perchè lo zaino et i suoi contenuti magici mi servono come il pane, se non altro per quelle venticinque pagine di spagnolo da tradurre, mentre mia madre arriva a casa con la faccia incazzata nera che la riconosco ormai a chilometri di distanza et mi si piazza davanti et mi sbraita addosso che non faccio un c*zzo, che non posso tornare a casa quando mi pare, che non devo berefumaresballare, che non si confà alla vita di uno studente.
Ha ragione. Ma aut così aut è la fine, specie qui dove non c'è niente. Niente, et ogni tanto un cellulare che suona al momento meno opportuno, quando ormai guardandoci negli occhi et scegliendo che cioccolatino dividerci c'eravamo detti che oltre al niente ci saremmo stati solo noi, almeno per un pò.
Et Amy Winehouse nello stereo, che quest'estate ho odiato al PointBreak perchè la ascoltavamo sempre mentre nel profondo il Pipì voleva Patti Smith aut gli Stones, et io avrei regalato due ore del mio lavoro retribuito per ascoltarmi un pò di Afterhours (à la Strategie in acustico, aut Ci Sono Molti Modi, aut Quello Che Non C'è) aut di Beatles cattivi (Hey Bulldog, Helter Skelter...), nei momenti in cui non c'era nessuno tranne che cuore et stomaco a contatto, dilaniati.
Forse questo dipende dal fatto che ieri sera abbiamo parlato di PointBreak per un bel pò?
Forse questo dipende dal fatto che ieri sera abbiamo bevuto et parlato et finto che non fosse successo niente?
Et ieri tra l'altro il Big Fish era pieno all'inverosimile, per i Jennifer Gentle, è stato bellissimo. Non riuscire quasi a vedere il palco. Et rendersi conto che magari forse uno 0,1% del merito è anche tuo.
New York, New York.
Et c'era di quella gente che non avrei mai pensato.
Et quanto bello sarebbe se fosse sempre così, un porta spaziotemporale per allontanarmi dalla solita nebbia. Che quando si dirada ci suonano i cellulari. Et non ti ho risposto perchè i Jennifer Gentle stavano suonando 'quella bella', et non mi hai risposto perchè avevi lasciato il telefono di là.
Et sto facendo una confusione imbarazzante, senza capo senza coda, mentre ascolto gli Arab Strap, mentre cerco compagni di merende per andare a vedere Giorgio Canali a Rosà domani sera, che nessuno ci vuole venire perchè ci si sta stufando del rock, anche se so che tra sei mesi tornerà la voglia et tutti mi chiederanno di andare a vedere gruppi in stile Hellacopters ogni giovedìvenerdìsabato.
Io ci devo andare domani. Punto.
Anche se so già che quasi sicuramente non ci andrò.
Anche se la prossima volta un cellulare spento aut silenzioso fidati che ti potrebbe salvare la vita.

giovedì 6 dicembre 2007

Faccio Cose Vedo Jennifer Gentle

Ieri si è magistralmente laureata nelle stesse Scienze Varie et Eventuali che frequento io la cara Teresa che fa cose e vede gente. Complimenti, et ieri è stata una giornata devastante, con i postumi di oltre una settimana a dir poco estenuante che si sono manifestati in tutti i suoi effetti, sintetizzabili con "stanotte ho spaccato il letto". Et ho ancora sonno.
Et ieri ho pure (intra)visto il caro Marcello Lippi, in quel di Padova per una nonsoquale premiazione, molto lampadato et a cui devo la quasi totalità delle mie esultanze calcistiche, con Juventus et nazionale.
Et stasera, nonostante una serata di riposo sarebbe d'obbligo, al Big Fish calano i Jennifer Gentle, quindi ci vediamo lì et non ci sono scuse di alcun genere.
Prima di loro i Feral Children, dopo di loro Enver a mettere indiedischi.
Il tutto a 7 euro, con consumazione, senza tessera alcuna. Un affare, l'ennesimo.
Et sono felice und contento, anche se al solito qualcuno (maschile, che non si fraintenda con chi potete magari immaginare) complotta per minare la mia tranquillità, et puoi urlare et minacciarmi et offendermi, ma non mi tocchi. Ho le orecchie talmente aperte che le tue parole scivolano da una parte all'altra et non rimane nulla. NULLA.
Statemi bene.



lunedì 3 dicembre 2007

Back to the future

Sono tornato. Ero sparito, senza internet per quasi dieci giorni. In astinenza da internet, magari a fissare una pagina Mozilla con incorporato messaggio di "errore connessione". E' capitato, ogni tanto.
E' allucinante pensare a quante cose sono successe in questi giorni, si bisognerebbe di un post per punti lungo mille pagine. Più che altro, tutto quello che è successo nella mia testa non ha una successione cronologica, è capitato un fatto x, aut un fatto y, ma quando?
Forse sono diventato drogato pure di questo inutile blog.
Mi ricordo dei concerti del Big Fish, i Fake P (che non mi sono piaciuti) et Dente (che mi è piaciuto). Et giovedì prossimo ci sono i Jennifer Gentle.
Mi ricordo di una tesina sui Nuovi Media, impresa titanica elemosinando connessioni a chiunque almeno per raccogliere un briciolo di materiale, a cui aggiungere uno spropositato carico di fantasia et quelle due aut tre cazzatine che di mio sapevo già.
Mi ricordo che il 28 novembre il mio fratellino Giacomo ha compiuto la bellezza di 6 (sei) anni. AUGURI alla più bella creatura del mondo. Ti amo.
Mi ricordo di poche prove, aut forse nessuna, et di un casino allucinante che so scoppierà stasera, perchè si è scoperto che sopra la nostra Isolasotteranea, fin'ora a prova di bomba et di volumi allucinogeni, ci abita qualcuno molto prossimo alla tomba, ma comunque agguerrito, non sordo, et deciso a vivere in pace gli ultimi giorni della sua vita. Vedremo come andrà, ci mancava pure questa.
Mi ricordo di un Nel nome del padre in lingua originale alle una di notte, et di un Love Actually sempre in inglese che mi è piaciuto tanto, et non so il perchè. Forse perchè stavo a pezzi.
Mi ricordo che qualcuno mi ha letteralmente stracciato il cuore, giusto pochi secondi dopo avere sbattuto la faccia davanti ad un telematico "impossibile stabilire una connessione". Mi ricordo et anche se il tempo sbiadisce il dolore, questo me lo porterò dentro a vita. Et se proprio ti interessa, ho rispolverato quell'anello proprio per questo, a perenne ricordo di quanto sei cambiata. E' solo un anello, ma in questi anni è stato caricato di mille significati. Questo è il suo significato ultimo, è un stai attento a te, à la Afterhours. Perchè sbaglio quotidiamente, ma lo faccio con grazia. Precipito con maestria. Et non ti do coltellate sullo stomaco dicendoti "Dovresti essere felice per me...". Come hai fatto tu. Et correlato mi ricordo una camminata di non so quanti chilometri, et un pacchetto di sigarette bruciato in due ore di passo veloce. Et l'orgoglio se non ci allontanerà, almeno mi salverà la vita. Mentre già ci si sta ravvicinando, perchè la chimica è una cosa odiosa, ma tranquilla che niente sarà come prima.
Perchè niente è cambiato
anche se tutto è diverso.
Il disco che ti ho passato, dentro c'è di tutto et anche Cristina Donà. Sposto l'attenzione sul "tutto è diverso", sappilo. Con moderato anticipo, che poi non ti venga in mente di dirmi che sono stronzo et/aut che ti faccio star male. Stai bene ora, et mi auguro per la tua incolumità di stare bene sempre. Sono proprio un amore.
Mi ricordo qualcosina di Venezia venerdì sera, et ci stendo sopra un velo di pietà et di omertà.
Ad maiora, I love Internet.
Scusate se ennesimamente non si capisce un cazzo, ormai ci ho fatto l'abitudine pure io.
Mi dispiace per chi mi ha invitato al MEI, non ho risposto per motivi che ora potete immaginare. Non sono così cafone, passatemi almeno questo.
Mi dispiace per chi si aspettava un post scoppiettante a bagnare il mio ritorno sulla rete. Per farmi perdonare, vi invito ad ascoltare i Morphine, che mi stanno letteralmente stregando. Se vi offro di leggere post di merda, almeno concedetemi di consigliarvi della buona musica.
Ad maiora, ancora.