lunedì 5 luglio 2010

Carol of wonders.

Ciclicamente cado tra le tue pagine e c'è quel post che mi incuriosisce ma che non mi è dato leggere. E' una curiosità strana perché comunque rispettosa, perché davanti alle impostazioni che bloccano me e chissà quanti altri, ogni santa volta sorrido. Sarà perché non ho mai capito se hai mai parlato di me o se era solo immaginazione. Sarà perché adesso ogni cosa viene portata ad un livello di esasperazione esagerato. Ogni cosa diventa sempre più difficile da far scivolare tra le dita, come quando arriviamo in qualche modo a casa che è quasi mattina, come quando la chiave non gira nella toppa, come quando avviciniamo le mani ma il ballo che ne viene fuori non è poi questo gran ballo.
Ci siamo divisi quel famoso disco in varie parti, è finito che un pezzo di copertina è volato a forma di aereo sulla Piacenza-Bologna, il ciddì ha fatto un carpiato simile fuori della salaprove, la custodia si è sbriciolata dentro la mia borsa delle aste e l'altro pezzo di copertina te l'ho infilato nel taschino della camicia. Ci siamo divisi come un po' ci dividiamo noi ogni giorno, buttandoci via e buttando via tutto quello che abbiamo costruito. Adesso possiamo dire davvero è fatta e possiamo salutarci con più convinzione.
Ma poi sai, basta andare oltre alle solite cose e prendersi la solita pioggia, solo un po' più forte. Così ci sentiamo meno dentro ad un giorno balordo e magari all'ultimo riusciamo a non tornare a casa fradici. Ma poi sai, quando non si riesce a convincere, a volte confondere è la soluzione migliore. E vista la confusione sopra sotto dentro e fuori, penso di esserci riuscito in pieno.
E intanto resta così, che ho una sorpresa per te. Ti ho detto, di restare ferma.