lunedì 16 febbraio 2009

Le dogane e gli inverni

Poi sono tornati il sole e i pomeriggi azzurri, dopo un sacco di mesi di troppa notte. E allora magari ci prende bene metterci fuori una mezzoretta a guardare il mare dal balcone. I tempi sono bui ma come ci siamo detti i tempi saranno anche messi così ma insieme è tutta un'altra cosa. E usciamo di casa dopo tanta assenza e dopo il nuovo corso che ci siamo dati e che abbiamo intenzione di rispettare. Che dobbiamo rispettare per forza, in realtà, che siamo stanchi di questo limbo, e le giornate di sole ci aiuteranno relativamente.
E mercoledì c'è quel treno che mi aspetta, che cambierà il vagone cambierà il controllore ma è sempre lo stesso treno. Che Saussure lo classificherebbe come entità, in quest'ultimo spero rigurgito semiotico.
E giovedì c'è il Gratis di Senigallia e l'ennesima discesa accampata a dare le testate al timpano con il libro di organizzazioneaziendale e le sigarette do-it-youself. O forse addirittura con le camelmorbide, vogliamo rovinarci.
Intanto sfumi in maniera involontaria perchè ti sei messa addosso un vestito che non riconosco e mi sembra impossibile che tu sia tu. E non una brutta copia, e non un brutto sogno. Ma queste cose non serve nemmeno che te le venga a dire, che tanto non mi sentiresti, dovessi urlare per ore. Sarei sempre coperto dalla mediocrità di questi tempi bui.

veramente vivo in tempi bui
riuscivi solo a chiedermi per quanto?
e ora son diventato buio anch'io
che cos'hai tu da brillare tanto?
e mi cambierò nome
per passar le dogane e gli inverni
andrò sempre più giù dove non serve tenere gli occhi aperti
e mi cambierò nome
ora che i nomi non valgono niente
non funzionano più
da quando non funziona più la gente

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