martedì 10 aprile 2012

Sostenere la buona riuscita di un'impresa.

Dovrei riprendere da dove ci siamo fermati, da quei pomeriggi di maggio che poi forse era ottobre. Dalla pioggia che ci ha sempre dato fastidio, dal freddo che non ci è mai piaciuto. Reduci da giornate infinite, che suonano stonate un po' come noi, vagando tra terrazze e mansarde, e teatrali discussioni su chi vincerà il campionato, che ce lo meritiamo tutto anche per tutte le birrette che abbiamo bevuto per onorare quasi tutte le partite di quest'anno.
Ognuno ha un modo proprio di sostenere la buona riuscita di un'impresa.
Dicevo, dobbiamo. E per una volta non siamo in tre o quattro ma siamo in trenta ed è appagante, anche se siamo sempre di poche parole, anche quando confrontiamo le nostre convivenze e parliamo a bassa voce che non si sa mai. E ripensandoci forse è la prima volta che succede.
Finalmente è finito questo weekend lungo, e ci mancheremo come gli anni che passano. Come le canzoni di Dimartino, come le mattine in cui ci copiano. Che bello anticiparvi, mentre per ogni più nascondiamo con il sorriso una meno, come i martedì sera che esplodono in un camerino. Che bello anticiparvi, chiudersi in una stanza mandando in distorsione le casse dell'impianto, poi giocare da fermi per avere più fiato per lamentarsi. Non ho mai detto di essere una brava persona, però giuro che ogni tanto mi impegno, e provo a prendermi cura di quel pugno di cose che contano davvero, e tra queste ci metterei anche te se non sapessi che alla fine non ci conti più di tanto, che forse sono ancora troppo sbarbo e troppo inclinato verso di me per arrogarmi diritti che non ho. Che ogni tanto non voglio avere responsabilità, mi basta una bicicletta e la bora se devo andare a sud o lo scirocco se devo andare a nord, così per fare meno fatica.
Ma penso sia una cosa legittima, no?

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