lunedì 23 giugno 2008

The great rock 'n' roll swindle

Solo ora c'è tempo, che i weekend dove batte il sole e c'è il mare si sentono particolarmente, a livello fisico. E tralascio tutti gli ut et aut vel quod (cit.).
Venerdì, all'ultimo, all'improvviso, senza dirlo troppo forte, si è andati all'Heineken Jammin Festival. La perturbazione più vicina era un bel pò distante, per evitare deja vù catastrofici e vissuti sulla pelle, non troppo tempo fa.
Il biglietto gratuito, fondamentalmente, ha facilitato le cose, che mai in vita avrei speso quarantacinque-e-passa-euro per vedere un festival dove gli headliner sono i Linkin Park. Con tutto il rispetto, ma neanche.
Che farmi rimborsare i quarantacinque-e-passa-euro dei Pearl Jam l'anno scorso è stato sufficientemente doloroso.
Così si è andati, nel giorno più tranquillo, perchè Iggy resta sempre Iggy, anche a novantanni, perchè Il Teatro degli Orrori mi ricorda l'ultima trasferta fiorentina in compagnia di gente di un certo livello, perchè un giorno potrei raccontare ai miei ipotetici sventurati figli di aver visto ciò che resta dei Sex Pistols, perchè alla fine i Police a Torino li ho visti troppo bene, a tre metri dalle transenne.
Così è stata una giornata divisa tra concerti, improvvisate pseudopartite a basket senza avversari, birra a fiumi.
E ho incrociato Pino Scotto. Che chi non lo conosce non può capire. Non può capire quanto sia allucinante nell'essere una caricatura prima di una certa icona mancata dell'heavyrockmetalmelodicodelmenga, e poi anche di se stesso.
E Iggy Pop è stato animalesco, come gli Stooges, e ci ha regalato i momenti più piacevoli, musicalmente parlando. I Queens of the Stone Age meno mostruosi, e troppo bassi di volume, di quello che ci si aspettava.
I Sex Pistols sono sicuramente the great rock 'n' roll swindle, e si potrebbe finirla qui.
Di sicuro il palco scarno, le migliaia di punkettoni e di docmartens e di borchie, la chimica da paura, la scritta immensa Sex Pistols dietro gli strumenti, erano componenti dal vago sentore londinese nei tardi settanta.
Speravamo e necessitavamo di un miracolo insperato. Invece Johnny Rotten è tutto tranne che quel Johnny Rotten, e i Sex Pistols tutto tranne che quei Sex Pistols. Che nemmeno trentanni fa, comunque, potevano essere considerati "musicisti".
E sia loro che gli Stooges hanno suonato No Fun. E non sto nemmeno a dire quale versione ho preferito.

Poi tutto il resto, le mille telefonate cui ho risposto e le altrettante che ho mancato, le gambe molli di ieri sera dopo un HJF et due giorni infernali al Point Break, la voglia del momento di ascoltare nonostante i mille gradi e il sole i Joy Division, le assenze e le mie personali dipendenze, il mio essere un essere umano (cit.) con tutti i pro e i troppi contro del caso, l'Italietta del/nel pallone, troppo mediocre e mutevole per perderci del tempo, eccetto una menzione a Giorgio(ne) Chiellini, l'unico a salvarsi davvero. Penso sia tutto.

Ah, l'unico gruppo punk degno di questo nome sono e saranno sempre i Clash di Joe Strummer. E chissenefrega dell'abominio grammaticale che ho appena spiattellato.

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