martedì 26 gennaio 2010

Era qualche mese fa.

E poi ovviamente tra le tante cose mi hai detto fai un post. Che poi è solo una specie di forma mancata di terapia del silenzio. Perché così tutto era nato. Che poi le frasi sono troppo brevi e non uso il puntoevirgola, adesso. E mi sa che neanche si rilegge questa volta, o forse sì. Sai, siamo tornati dal tour in Francia dove ci siamo moderatamente distrutti e mi sono portato via anche i libri per studiare che giovedì ho un esame a cui ci tengo anche. Poi ovviamente non ho aperto i libri perché il furgone era ingestibile come le notti come le mattine e i nostri ritardi congeniti. E oggi pomeriggio sono rimasto a passeggiare per la casa senza fare niente apparte un diagramma del modello di Vaughn sull'emozionalità la razionalità l'alto e il basso coinvolgimento: ho piazzato le L di Learn le F di Feel le D di Do a seconda di come vanno messe. Che poi le L F e D sono il modello di Lavidge e Steiner mentre su Vaughn con le slides troppo distanti ho anche i miei dubbi.
Comunque sì, l'obbiettivo è questo e non è il tour, il tour che quando ci saremo raffreddati allora sarà facile parlarne. Che sono successe cose. L'obbiettivo sono io e tutti i miei difetti e questa giornata sbagliata di altri nomi e altri modi per perderli di nuovo. L'obbiettivo sono io e tu che mi hai detto che scrivo come suono e allora ho sorriso ma sottosotto ho cominciato a preoccuparmi per come suono.
L'obbiettivo è che ho sbagliato molte cose e come sempre non riesco ad arginare la piena. Perché parlavamo non troppo tempo fa del fatto che questa la si potrebbe anche chiamare felicità, se ci fossero un po' di aggiustamenti, e adesso se ci penso a quella birra e a quei cicchetti mi sembra di tornare indietro di secoli.
E ogni volta è sempre così e allora penso sia colpa mia. E allora lo dico qua e non si capisce niente ma magari qualcuno capirà. E basta che tutto questo l'ho scritto in tre minuti e adesso non so che altro scrivere.
Sarà che c'è odore di coventrizzazione, ed è una parola che non usano in tanti. Ma il significato c'è, il senso c'è, il rapporto tra cause ed effetti e ciò che resta, compresa tutta la voglia di questi giorni, di sentirmi bene, di farmi bene.
Sarà che è tempo di crescere un po' e di farsi le ossa più robuste, di prendere i cocci e studiare il da farsi. Di riprendere pubblicità e darci dentro che sono mesi che ci sto dietro. Ma sai che le coincidenze ci sono sempre venute male, che pubblicità è poi lo specchio di te e di me e di tutto il silenzio della mia riservatezza. Che le coincidenze ci portano a non sapere cosa seguirà al prossimo passo. Che ancora tre settimane e poi ci fermiamo e probabilmente si fermerà tutto e allora staremo male perché staremo persi.
Perché il puntoevirgola non lo so usare e fuori c'è il nevischio e tra le tante cose devo scrivere un pezzo che poi è abbastanza allegro e quindi oggi non posso fare nemmeno questo.
Perché cronache dagli o degli anni zero non lo so come si chiama perché a quant'ho capito hanno sbagliato la stampa è praticamente uscito, e dentro ci sono anch'io e mi sa che mi toccherà persino comprarmi una copia e la cosa mi fa beatamente incazzare.
Perché oggi va così e forse sbaglio da mesi e oggi è solo la punta di un iceberg e tu che mi scrivi in chat solo per dirmi se ho voglia di parlare ma poi tu tutta questa voglia di ascoltare non sembri avercela. Ma forse mi sbaglio anche qui. Anzi sicuramente è così.
E gli occhi gonfi erano anni. Anzi no, sbaglio anche qui. Era qualche mese fa. Te li ricordi?

2 commenti:

Mafaldanellarete ha detto...

se scrivi come suoni allora non ti devi preoccupare di come suoni;
sono solidale sul punto e virgola.

Mattia ha detto...

però tu lo hai usato, il punto e virgola. e abbastanza bene.